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50 MELCHIOR A POBLADURA schiaffi et con urtoni faceva caderla a terra. Ora la batteva con verghe di ferro rovente, ed ora gettavala giu. per le scale. E tal volta due de– moni nella sua cella gettavanla vicendevolmente, l'uno all'altro come una palla. In occasione che li superiori comandavanli il mangiare, il de– monio poneva nel cibo sterco, fiele, cimice, scorpioni e altre schifosissime lordure. A questi strazii aggiungeva il demonio forti batterie di t e n t a - z i o n i e queste sempre vive e di differente specie. Nel principio che entro nella Religione molti demonii in forma di vaghi giovani, partico– larmente di Piacenza e di Mercatello, le formavano un circolo apparen– doli in atteggiamenti disonestissimi e saltandoli intorno ponevanla in mezzo dicendo ella esser loro e persuadendole essere i suoi rigori inutili e vani. Apparvele un giorno il demonio in forma della Superiora, impo– nendoli che nulla conferisse al suo confessore di quanto Dio comuni– cavagli. Non mancava anche di tentarla di disperazione e di cagionarle altri interni ed esterni penosissimi travagli. 11. - Fu costante nella r a s s e g n a z i o n e continua alla divina volanta nelle desolazioni, aridita, oscurita, colle quali volle Dio provarla. 12. - Veniamo ora ai piu be 11 i p a timen ti datili da Dio e da essa sofferti generosissimarnente. Per alcune anime del purgatorio sostituilla il Signore a soffrire le loro pene; e in alcmw sue lettere asse– risce che nel comunicarsi sentivasi sbranare il cuore. Non minori pa– timenti soffri nel ricevere e ritenere sl nel cuore che nel corpo quei segnalati regali de quali si parlera di sotto. [Le virtit, teologal¡'.] 13. - L'altezza si elevata delle virtu morali potrebbe di se stessa farci congetturare la perfezione delle teologiche et in specie della e a r i t a verso Dio e il prossimo, della quale, per darne un saggio, posso dire che, come raccogliesi da suoi scritti, il suo vivere fu un perpetuo amore e un continuo puro patire per amore, massime negli ultimi 33 anni dí sua vita. E perche questo fuoco, al dire del Salmista 8 1, s'aceende nel– l'orazione; fu parimente il suo vivere quasi un continuo orare, e con orazione non ordinaria, ma eminente di contemplazione, nella quale era astratta da sensi, e spesso anche rapita in Dio sorbiva bellissime cogni– zioni della divinita. In queste orazioni ebbe cognizione del rigoroso giudizio di Dio, della gravezza delle pene infernali; aveva continui colloqui col Signore, specialmente col lavoro che era per fabricarli nel cuore; come pure aveva cognizione dell'amore che Dio portava all'anime, e cose simili. Quindi il suo cuore s'accendeva sempre dell'amore del suo Dio, e se estendeva nell'amore del suo prossimo, nel quale quanto s'inoltrasse si puol conoscere dall'orribili carneficine che faceva sopra se stessa per li peccatori, sottoponendosi a qualunque pena per loro 81 Cf. Ps. 38, 4.

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