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40 MELCHIOR A POBLADURA dovevo dalla liberalissima mano del Signore ricevere; poiche se bene son certa che tale spargimento di sangue e venuto dal mio indegno corpo a forza d'amore e di dolare del mio amato Signare, so pero anche che era in sua mano il ritenerlo in me, che a Lui in tal tempo tutta mi donavo, di modo che nell'uscire da me tal sangue riconoscevo la bonta. del Signare in donarmelo a cio lo potessi spargere ; e per suo amare mi trovai pero pronta di spargerlo tutto, se la sua divina Maesta l'havesse fatto uscire. Mentre dunque nell'anno seguente mi trovai in detta agonia nel venerdi di detta santissima incarnazione, n'usci tanto che bagno tutta una tela bianca, che a tal effetto V. R. m'haveva dato per assicurarsi di quanto diceva occorrere; e fu in tal modo che essendo fatta in modo di camisia longa sino all'unghie de' piedi e delle mani, in essa resto impressa tutta la grandezza del mio corpo, con meraviglia del buon ordi– ne col quale tal sangue si sparse in detta camisia, appunto fu il sudore naturale in maggior abbondanza nelle spalle, e con si distinta qualita di tutta la vita a guisa del santo sudario dell'amabilissimo Signore; e nella parte dello stomaco resto formata la croce con alcuni misteri della Passione et il segno delle piaghe del cuore, et aneo nelle mani e piedi vi resto il segno delle piaghe. La faccia poi resto impressa nel fazzoletto datomi da V. R. a tal effetto, nell'istessa qualita come della· camisia, cioe formata da abbondante sangue, e pure con distinzione di occhi, naso e bocea, come se il sangue non fosse materia che si sparge, ed havesse havuto riguardo di non confondere cosa alcuna. Di piu essendo aneo nel primo armo, V. R. e le Madri viddero chia– ramente nel mio capo li segni della corona di spine e commando che in cambio del guandalino in tal agonia dell'orto in quest'anno mi coprissi il capo con alcuni fazzoletti, cioe uno che mi diede V. R. e l'altro la R. Madre, ne' quali resto poi impressa la forma della corona di spine; e pare ch'essendo restati nel mio capo li segni di detta corona, da' detti segni in tale agonia sia uscito sangue, che ha lasciato !'impronta in detti fazzoletti di detta corona, si come hanno fatto li segni nelle mani, piedi e costato, li quali in detto sudario hanno formato il loro segno con sangue piu vivo che non e il sudario. Sia d'ogni cosa lode e gloria all'amabilissimo Gesu, per amor del quale faccio tale obbedienza a mia maggior confusione. E se fu grave questo dolore dell'agonia e sudore di sangue, non fu minore in vedere co' propri occhi tanti panni bagnati dal mio sangue. che rendevano spavento alla mia meschinita, come ogn'uno puo pensare, massime essendo di notte e rappresentando il mistero maggiore che haveva patito il mio dolcissimo Signore, al quale l'indegna anima mia compativa cosi al vivo, che non so come sia restata in questo misero corpo, il quale corrispondeva in questo modo all'affetto dell'anima, che compativa il suo Signore. E cosi ( '!) che hebbi tali panni bagnati di sangue, accio si asciu– gassero, mi convenne (si come il mio Signore si lavo il sangue delle maní e della faccia santa nel Giordano) lavarmi anch'io in un vaso d'acqua, che havevo in cella; e V. R. vidde poi che l'acqua per cio era restata di
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