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NOTITIAE SPARSAE ET TEXTUS INEDITI 29 quanto questa. Oh Dio mio, non giova a chiamarlo; pare che non vi sia piu per noi. Sia benedetto. Son contenta di fare la sua volonta. 6. - lo mi dichiaro che penso che tutte queste cose penso che siano mie imaginazioni. Non credo a nulla, con tutto che sento gli effetti in me, come qui gli accenno e parmi di sentire internamente che Dio [69] mi dica: Sta posata, che son io. Tanto il timore che sento non mi si parte, bensi che non mi apporta inquietudine, roa piu tosto generosita .al patire. E prostrata a' suoi piedi gli domando la benedizione. XIV l. Non vorrebbe scrii,ere cio che sta pe,¡• dire. - 2. Visione d'un calice. - :3. Gli stru.menti della pnssione nel cuore. - 4. Godere e patire. - 5. Desiderio di pe– nitenza. - 6. Non si scordi di me. Le croci e patúnenti sono gi·oie e son.o contenti. l. - Ho combattuto tutti questi giorni di volergli dire una cosa; ma per mia repugnanza solita sempre ho tacciuto. Hora sano risoluta di dirlo, accio meglio possa conoscere gl'inganni che mi puol fare l'imagi– nazione et il tentatore. Di gia io mi serviro in questo come nelle cose delle visioni di [70] non credere a niente, come lei mi ha esortato. Ma questo punto che gli dico adesso, mi perdoni se sono un poco lunga, ma gli significo tutto come sta. 2. - Molti mesi sono, in una visione parmi che il Signare mi dimo– strasse un calice 3 g, il quale mi fece intendere che voleva darmi a gustare piu sorti di amarezze. 11 quale calice spesse volte mi pare che me lo faccia vedere et anche gustare. Ed in questa conformita: stando ío delle volte in quelle brame de' patimenti, in un subbito mi si rappresenta il calice, il quale pare a me che sia pieno di liquore; il quale delle volte pare che bolla ben forte e versi da per tutto. E piu volte stando [71] a tavola, mi pare ci aver veduto invisibilmente calare nelle vivande, le q_uali divenivano cosi amare, che parevami fosse impossibile a gustarle. Ed anche aveva questo, che parevami abbrugiare la lingua, palato e tutti li interiori ; a segno tale che qualche volta mi si fa la lingua negra come un carbone con una crosta cosi secca, come scaglia di pesce. E per l'amarezza che sento e per l'arsura che provo pare che sia cosa in– tollerabile. Sia benedetto Iddio. Tutto e poco per suo amore. Et anche in piu modi lo vado gustando, ma non sto a raccontare il tutto, perche non ho tempo. 3. - Gli dico anche questo, come [72] piu volte mi e parso che il Signare mi habbia fatto intendere come che esso volesse mettere nel 31J Vide infra notam 46.
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