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NOTITIAE SPARSAE ET TEXTUS INEDITI 25 tutto mi rimetto alla sua obedienza. L'e nelle sue mani, e piu non vi penso. 2. - Con questa occasione io gli accenno anche questo, come delle volte vi ho (?) havuto delle percosse, et anche altri mali, come ben spesso mi avviene, in particolare la ritirazione de' nervi, come gli ho accennato piu volte. E questo l'ho quasi ogni notte. Et anche in questa notte l'ho avuto. Il qual male mi da gran debolezza, e delle volte appena mi reggo in piedi; ma che in un istante mi sento tutta rinvigorire e con le forze mie solite faccio fatiche e faccende che non mi accorgo cosa io faccia; ed anche di cio mi avviene nel fare facimi 36 , trovo d'haverli fatti, ma non so come, [55] e con tal prestezza che in un hora faro io facimo, quanto un'altra in tutta la giornata. Qui ancora dubito di qualche inganno, percio glielo ho volsuto accennare. 3. - Altre volte staro lavorando posatamente, in un istante sento certo impulso nel cuore che mi leva come fuori de' sensi; ma tanto seguito il lavoro, bensi che lo faccio con piu velocita e mi viene piu bene dell'altre volte. Qualche altra volta sentendomi questi impeti mi metterei a correre per tutto il convento, e cantarei ben forte, con tutto che non so cantare. Ma in questi cerco di farmi violenza, e piu tosto mi aiuto a fare atti interni se per sorte sono fra l'altre, non do ammira– zione veruna, bens'i delle volte sono a fare qualche faccenda con le Borelle, la faccio con tal velocita che non mi avveggo cosa faccio. Sopra di cío non mi sto a lungare piu, perche tanto V. R. capira bene tutto. 4. - Ier mattina dopo la santissima communione mi parve di havere la rinovazione delle [56] spine, e mi e restato un dolore cosi grande nel capo, che non so come mi stia in piedi. Se e mia apprensione o propria imaginazione, io non lo so; e non do mente ne al dolore ne a nulla; lascio stare come sta avanti Iddio. L'accenno a lei, accio ben conosca il falso dal vero e mi metta per la strada della vera umilta, che questo desidero. Altro non dico, perche non ho piu tempo. Benedícite. XII 1. Uobbedienza dcve superare tutto. - 2. Racconto d'una visione della croce, - 3. Tcntazioni e turbolenze. - 4. Aridita e desolazione. - 5. Il possesso del patire. l. - Laits Deo. Ora per obedire diro tutto distintamente della rino– vazione della croce che gli accennai nella lettera passata. Oh Dio mio, quanto rossore vi sento; ma l'obedienza deve superare tutto. 2. - E' gia passato l'anno che io hebbi questa visione, la quale fu in 36 Hoc verbo in Umbria usitato moniales designabant parva opera ab ipsis con– fecta recreationis causa. « La parola facimi e usata, anche al presente, dalle cap– puccine, per indicare quei piccoli lavoretti di abitini, brevetti, ecc., che soglionsi farsi da esse per un poco di svago e per donarli ai benefattori ». Cf. Un Tesoro nascosto IV, 134 nota.

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