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NOTITIAE SPARSAE ET TEXTUS INEDITI 23 4. - In questo punto mi venne un non so che, come rapimento, nel quale mi parve che mi si rappresentasse una cosa, come una alta e grande montagna; ma in un subbito svaniva e diveniva niente. Tre [48] volte io viddi cos'i; ma non potevo penetrare niente, ne cosa volesse significare. Sentij una voce interna che cos'i mi disse: Cosa e l'esser dell'huomo, vedendo un gran prencipe e potentissimo monarca, ma che in un istante finisce e ritorna in nulla. Questo che io hebbi mi parve che molto piu mi facesse restare la cognizione di me stessa con avere desiderio di tutti gl'obbrobrij e calunnie che dir si possa, e che tutti mi prevalessero, e molto piu di stare sempre sotto tutte e di bramare che tutte mi calpe– stassero, come veramente meritarei. Sopra di cio non dico altro, perche per adesso non ho pfü tempo. Beneditemi. X 1. Le visíoni. - 2. Il mangiare. - 3. Dolori e febbre. - 4. Afflizione per le ofjese recate a Dio nel mondo. - 5. Pane ed acqua per tre anni. - 6. Spinta a scrivere queste. ,cose. [49] l. - Sono un poco lunga, ma habbia pazienza, perche gia che gli scrivo gli voglio avvisare tutto. In quanto alle visioni, io mi porto come prima senza farne conto ne credere a niente; e di continuo chiedo questa grazia a Dio, che me ne voglia liberare. Ma tanto mi seguitano. 2. - In quanto al mangiare, io seguito come lei mi lascio e delle volte al primo boccone di vivanda che piglio subito mi vengono forze di stommaco, e lascio il mangiare. La qual cosa, se a caso se ne avvede qualcuna, terminato i1 pranzo, ne e piena la comunita. E per via di cio passo pfü e piu mortificazione. Sia benedetto Iddio. lo cerco di farmi violenza, e mangio sempre qualche cosa; ma non e pfü presto nello stommaco, che mi da non poco fastidio ed affanno sinche viene fuora. Pare a me di sentire stimolo particolare che il Signore voglia questa astinenza, e tanto nell'orazione come [50] nella communione, sempre provo l'istesso. Questa settimana sono cucinara, cos'i senza che nessuna se ne sia accorta, ho provato una mattina a cibarmi di solo pane ed acqua. Non fecemi nessun disturbo, ne meno lo gettai fuora. lo gli dico tutto; ma pero stia riposato che io faccio come lei mi lascio, e sempre prego il Signore che se vuole cio, lo manifesti a chi regge l'anima mia, e a V. R. accio io faccia la volonta di Dio. 3. - Ora anche mi sono sopragiunti dolori e febre. Mi pare che il Signore mi voglia in questi patimenti; ma anche mi sento combattuta che non sia qualche inganno del demonio per farmi tralasciare la santa osservanza. Ma io con tutte queste pene faccio tutto e fatiche e osser– vanze, bens'i che secondo l'umanita io la sento, ma anche mi sento forza a fare tutto, solo nelle fatiche sento gran pena per causa di quel dolore
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