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BELLEZZA DI MARIA IN LORENZO DA BRJNDISI 233 Chiesa adomata dalla bellezza dei santi carismi; e massima, poi, nella celeste Gerusalemme, ma e ancora piú che massima nella somma e beatissima Trinita. Percio la stessa Scrittura non solo tratta la piú alta materia, per la quale diletta ed eleva l'intelligenza della mente, ma e anche piena di bellezza, e diletta in modo ammirabile il nostro intelletto, e cosí a forza di dilettare lo assuefa' alle contuizioni e alle analogie degli spettacoli divini» 8 • Di San Bonaventura ci dira lo stesso von Balthasar che «fra i grandi scolastici, Bonaventura e quello che nella propria teología da piú spazio alla trattazione del bello, non semplice– mente perché ne parla spessissimo, ma perché vi esprime palesemente una in– tima esperienza, e lo fa servendosi di strutture concettuali caratteristicamente nuove» 9 • L'opera «Gloria» di Balthasar, oltre che un invito alla contemplazione della bellezza che informa tutto il mistero della salvezza in Cristo, e un'iniziazione a saper vedere la realta piú profonda nella apparenza esteriore delle cose del mondo, e piú precisamente nell'insieme della storia della salvezza. A questo scopo dice Balthasar che la sua parola iniziale e la bellezza. Ma e soprattutto an– che «l'ultima parola che l'intelletto puo osare di pronunciare, perché essa non fa altro che incoronare, quale aureola di splendore inafferrabile, il duplice astro del vero e del bene e il loro indissolubile rapporto» 10 • Infatti la bellezza appare sin dall'inizio della storia della salvezza, cioe nel momento stesso della creazione del mondo. Gli esperti nella lingua ebraica ci dicono che il <ruayar ki tob» = «e vide che era buono/a», indicando la compiacenza di Dio davanti all'opera della creazione, ha anche il senso di «e vide che era bello/a». L'aggettivo 'tob'(buono) significherebbe anche 'bello'. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era bella (Gn 1,3s). Il discorso di von Balthasar prende un'aria un po' amareggiata lamentando la situazione di un mondo, persino tra gli studiosi delle scienze sacre, che avrebbe perduto il senso della bellezza, cosí che spesso non manca «chi, al suo nome, increspa al sorriso le labbra, giudicandola come il ninnolo esotico di un passato borghese. Di costui, aggiunge von Balthasar, si puo dire con certezza che - segretamente o apertamente - non e piú capace di pregare e, presto, 8 Breviloquium, pral. n. 3, in Opera omnia, vol. V, Quaracchi 1891, 205 a. 9 H . Urs von Balthasar, Gloria. Una estetica teologica, II, 237. 10 H . Urs von Balthasar, Gloria. Una estetica teologica, I: La pe,fezjone della forma, trad. ital., 1 ª ristampa, Milano 1985, 10.

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