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248 BERNARDINO DE ARMELLADA Basti adesso questo accenno alla devozione di S. Lorenzo alla Madonna per concludere, notando che il Maria/e non poteva essere scritto se non da un devoto di Maria, come fu Lorenzo: Un uomo saggio, padrone del pensiero teologico e del testo bíblico, austero, estraneo ad ogni mondanita, ma a cuí ba– stava vedere un bimba in braccio alla maroma per intenerirsi fino alle lacrime intravedendo in essi Maria con Gesú... Testimonianza semplice e schietta, sano le parole del suo confratello e compagno di tanti viaggi e di tante vicende, fra Giammaria da Monteforte: «La devozione che esso padre Brindisi porto sem– pre alla beatissima Vergine, era senza fine, e tanto grande, che per me la tengo inesplicabile. Per quello ch'io potei osservare, erano li pensieri suoi et affetti di luí, dopo Dio, signar nostro, indirizzati alla Madre di Dio. Questa era l'allegrez– za e il gaudio del suo cuore» 57 • Lorenzo, innamorato della bellezza di Maria, sicuramente la vedeva fran– cescanamente rispecchiata nella natura, quando, «passando tra campi in festa e colli ridenti, lasciava libero corso ai propri sentimenti, e, trasformandosi in un giullare, cantava» 58 qualche laude alla beata Vergine, et in particolare quella del Petrarca Ve,;gine bella, dove si puo anche scorgere la vía duplice della bellezza, centrata in Maria: da Dio, Sale che la illumina, e dal poeta che si sente attratto: Vergine bella, che di sol vestita, coronata di stelle, al sommo Sole piacesti si che 'n te sua luce ascose; amor mi spinge a dir di te parole, ma non so 'ncominciar senza tu'aita e di colui ch'amando in te si pose. Invoco lei che ben sempre rispose chi la chiamo con fede. Vergine, s'a mercede miseria estrema de l'umane cose gia mai ti volse, al mio prego t'inclina; soccorri a la mia guerra, bench'i' sia terra, e tu del ciel regina. 57 Citato da Arturo M. da Carmignano, San Lorenzo, t. III, 445. 58 Ibid. 449s.

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