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MOVIMENTO GIANSENISTA A PARMA 57 licano di sentimento », mosso a cio « dalle ragioni trionfanti del gran Bossuet ed altri autori francesi e dell'autorita preponderante di tutta la chiesa Gallica ». In realta il caso del Turchi, il soggetto piu noto e interessante di questo movimento ecclesiasti– co del ducato ai tempi del Du Tillot, e assai piu complesso di quelli finora intravisti. Nulla pero autorizza a ritenerlo un capo effettivo tra cosi fatte forze disparate. Anzi diremo di piu: se le vicende del cappuccino ci dicono che egli piu degli altri si spin– se nel campo delle rivendicazioni statali contro Roma, e in que– sto senza dubbio appare pervaso anche da spirito giansenisti– co (anche se senza precise giustificazioni teologiche), i suoi atteg– giamenti non assumono pero un tono radicale, né egli rivela una « psicologia da rivoltoso », né di fatto straripo mai aperta– mente nel .campo dell'eresia· e della ribellione. Nella formazio– ne dello spirito di resistenza ai diritti di Roma, dell'antigesuiti– smo, dell'antiprobabilismo, hanno in lui influito non solo le let– ture giansenistiche, gallicane, ma anche le illuministiche, alle qua-li il frate si abbandonava con spregiudicatezza e passione. Pertanto illuminismo e giansenismo s'incrociano nella sua for– mazione dando origine a tutti quei contrasti che caratterizza– no in concreto la sua típica figura e la sua mente 118 • Oscillazio– ni che denotano un atteggiamento generale lontano dalle intran– sigenze del « partito degli appellanti ». Ma se e estremamente facile capire come il cappuccino si distingua nettamente dagli illuministi del tipo' italiano dei Verri, di un Filangieri, di un Beccaria, di un Pilati, non lo e altrettanto segnare le linee che lo separano dai giansenisti, egualmente di tipo italiano, come il Bottari, Foggini, de' Ricci, Tamburini. E' vero che dottrinalmente egli si muove in un orbita di or– todossia ed ha troppo filosofismo in corpo perché possa essere schierato tout eourt tra i seguaci di Giansenio e di Saint-Cyran, o confuso semplicemente con i giansenisti della generazione ric– ciana 110., Ma piu che il contenuto astratto delle dottrine assimi- 118 11 Jemolo (cf. Il giansenismo in Italia, 891-898) si e Iimitato a constatare l'impossibilita di conciliare la mente e la dottrina del Turchi con quella degli auten– tici giansenisti. Recentemente altri studiosi hanno invece tentato di difendere il cappuccino dall'accusa di giansenismo in modo piuttosto polemico; tra questi, cf. PLACIDO DA PAVULLO, A. Turchi fu giansenista?, Reggio Em. 1933 (cf. Introduzione di questo studio); P. SAVIO, Clero francese, in L'ltal.Franc. 8(1988) 294-804.559-622; Idem, Devozione di Mgr. A: Turchi alla Santa Sede (I'A. fondandosi esclusivamente su! Turchi vescovo lo presenta come « condottiero ardimentoso del partito antigian– senista », cf. Introduzwne del presente studio). - Alcuni autori hanno accettato la difesa, come parola definitiva, cf. G. CIGNO, Serrao e il giansenismo nell'ltalia meri– dionale, 275-276.313 e passim; MELCHIOR A P0BLADURA, Historia, generalis, III, 559; B. MATTEUCCI, Scipione de' Ricci, 116-117; Lexicon capuccinum, cc.1748-1744.790; E. MICHEL, in Dizionario del Risor.gimento italiano IV, Milano 1987, 494; FELICE DA MARETO, in Enc.catt. XII, 616. Altri invece, come il Codignola (cf. Carteggi gian– senisti liguri, II, 189 nota 2), nonostante le precitate difese sono rimasti diffidenti e circospetti; il Casati (cf. L'Indice dei libri proibiti. Saggi e commento, p.III, 328), forse per mancanza di aggiornamento, ancora nel 1939 continuava a definire iI Turchi « fanatico propagatore del giansenismo »! · · 119 11 Jemolo ha parlato per le accennate affinita mentali, di cemento co-

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