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MOVIMENTO GIANSENISTA A PARMA 51 logi Sisto Rocci, « destinato alla introduzione dei libri », Bartolo– meo Casali, « fornito di dottrina ed inimicissimo del fanati– smo», Pietro Copellotti e l'agostiniano Agostino Omodei a Pia– cenza collaboratori assidui del Du Tillot, il servita Carla Maria Traversari a Guastalla « giansenista che molto si adoperava per le novita in cose ecclesiastiche » e collega dei teologi di Pavia e di Pistoia, i professori della Universita di Parma Gian Bernar– do De Rossi, Pier Maria Cassera, Ubaldo Cassina, Tommaso An– tonio Contini e Carlo Amoretti. Giuseppe Poggi e il tipografo G.B. Bodoni sembrano anche essi coinvolti nel movimento giansenista del ducato, perché nei loro carteggi appaiono i nomi di alcuni degli imputati, come il Turchi, Cassina, Cassera, e perché s'interessano vivamente di loro 99 • Dopo questa arida rassegna di nomi, le conclusioni del nostro storico sono pero assai semplici : « Il giansenismo parmi– giano non esisteva prima della riforma [1764]. Con la riforma e negli anni immediatamente successivi significa invadenza giu– ridica nell'autorita del Papa piuttosto nei rapporti con lo stato che nella gerarchia e la lotta contra i gesuiti per scopi politici. Il giansenismo ha qui il suo influsso: ma non e il solo, anzi per– ché in tale modo limitato non ne giustifica nemmeno il nome. Vi fu qualche giansenista: ma il giansenista parmigiano, come co– munemente lo si intende, non e che un rigido ed austero mora– lista e un avversario ai gesuiti » 10 º. Cosi il Bosoni. Ma per capire quali fossero le sue preoccupa– zioni di storico, bastera osservare come imposta e risolve i pro– blemi : « Frate Turchi visse durante la riforma. Sin dove vi ha contribuito? La domanda - risponde a se stesso lo storico, - e fatta per sapere s'egli sia stato un regalista, un giansenista del tipo dei riformatori. Dico subito che non si sa niente di pre– ciso » 10 1. Questo e il problema e questa e la soluzione che permane ancora in fondo ai dodici fogli dedicati al binomio Turchi-So– pransi, nel quale ultimo, tuttavia, l'autore scopre giustamente la vera stoffa del giansenista. Occorre confessare che gli storici che si sono interessati fi– nara del problema giansenistico a Parma, sono stati sopraffatti dalla complessita degli avvenimenti locali della seconda meta del Settecento e preoccupati di trovare dei collaboratori alla política ecclesiastica del Du Tillot, hanno persa di vista il punto focale del problema in questione. Messo in fascio illuminismo, giurisdi– zionalismo, giansenismo e anti-gesuitismo, essi hanno confuso se Jvi, ff.113-122. 100 Ivi, f.122. - E parlando delle riforme ecclesiastiche, il Bosoni afferma che queste ne! loro sviluppo complessivo non presentano in alcun modo i caratteri di autentico giansenismo, « ma solo alcuni elementi di lotta ». Ivi, f.77. Cf. anche MAN– FREDI, op.cit., 792-793. 101 A. B0S0NI, op.cit., ff.109-111. Tuttavia il Bosoni tenta di discolpare comple– tamente dall'accusa il Turchi.

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