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48 RITRATTO STORICO-PSICOLOGICO ai piu vicini, almeno cronologicamente, aII'Augustinus 8 ". In realta la scuola gli era contraria, perché sorgeva dal bisogri.o di trarre S. Agostino fuori del quadro angusto in cui era stato costretto dal vescovo d'Ypres. Le traversie subite dalla Historia pelagtana, dalle Vindiciae Augustinianae del Noris 87 e dalla teologia del Berti (De theologicis disci1plinis)88, ·accusata di giansenismo in Italia, in Francia e in Spagna 89 , soprattutto le simpatie dei gian– senisti italiani, specialmente il Tamburini, per questi teologi, pos– sono tuttavia far pensare alle attinenze tanto desiderate. E in realta una certa affinita esiste, almeno nei punti estremi dell'ago– stinianismo e nelle parti non errate dell' Augustinus; e cio age– volo la marcia dél giansenismo francese verso !'Italia, non solo presso i seguaci dell'agostinianismo rigido, ma presso gli elementi affetti da antigesuitismo, da simpatie rigoristiche, da avversione allo spirito tradizionalistico 90 • Cosi troviamo i primi cenacoli di. individui veramente sospetti nelle case di prelati come Giovanni Bottari e Francesco Foggini, di cardinali come il Passionei. A Ro– ma, ali'Archetto e all'Oratorio dei Filippini, attorno alla meta del Settecento s'incontrano, allacciano relazioni e amicizie coloro che saranno in un prossimo futuro i patriarchi del giansenismo ita– liano: Tamburini, Zola, Scipione de' Ricci, Serrao, G. Capecela– troº1. E' la prima fase timida ed incerta di quel moto che nella ·seconda meta del secolo dara una generazione di ribelli nei due principali cehacoli dell'eresia italiana del secolo XVIII: Pavia e Pistoia. Ma giansenisti si trovano pure a Genova e per citare alcuni nomi: Palmieri, Degola, Solari; a Napoli: Serrao, Cape– celatro, Simioli, Natali; a Torino, a Venezia 92 • Tuttavia il giansenismó italiano difetta di grandi capi, se si eccettua qualche rara figura, come il Tamburini, lo Zola, il de' Ricci e il Degola, che solo in qualche modo si possono accostare ai grandi rappresentanti del giansenismo d'oltr'Alpe. Né pro– dusse un libro che valesse ad assicurarne la memoria, o un :fatto che imprimesse un soleo durevole attorno a cui potesse formarsi la tradizione 9 ª. Non di meno, in tutti questi uomini, come in tut- 86 Lovanio 1640. 87 Padova ,1673. 88 Roma 1739-1745. 89 C.A. JEM0L0, Il giansenismo in Italia, 137-142. 90 Su questo movimento che di solito viene chiamato il periodo dei « pregian– senisti » italiani si dift'onde largamente il Jemolo ne! suo studio piu volte citato. Vedi anche G. CIGNO, Giovanni. Andrea Serrao e il giansenismo nelr:Italia meridionale, 250-270. 91 Cf. E. DAMMIG, Il movimento giansenista a Roma, passim . 92 Cf. ricca bibliografia su! giansenismo italiano in B. MATTEUCCI, Scipione de' Ricci, 289-330; una notevole sintesi storica si trova invece in P. ALATRI, Profilo sto– rico, 25-95. 93 Neppure il sinodo di Pistoia (1786) riuscl a dare al giansenismo italiano, cio che questi da tale sinodo si aspettava. Cf. l. CARREYRE, Pistoie (synode), in Dict. théol.cath. XII, cc.2134-2230. Nel 1794, otto anni appresso, la bolla Auctorem fidei verra a pesare su! movimento come pietra tombale.

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