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44 RITRATTO STORICO-PSICOLOGICO questo tempo non sono, infatti, molto significativi, se si esclude il Du Tillot, e a partire dal 1762, il Paciaudi uomo dottrinalmente assai piu curioso che non lo stesso ministro 70 • Nato a Torino nel 1710, il P. Paolo Maria Paciaudi 11 in gio– ventu si era anch'egli esercitato con successo nella predicazione, che aveva dovuto abbandonare per difetto di salute. In Roma, dove si era fissato nel 1751 era entrato nella stima di Benedet– to XIV; il card. Passionei lo aveva fatto suo bibliotecario pri– vato. Tipica figura di erudito del secolo dei lumi, spirito irruen– te ed aggressivo, di mente versatile, tutto teso nonostante la congenita cirtodossia verso i filosofi del suo tempo e con evidenti simpatie giansenistiche, al tribunale degli storici il teatino di– vide con il Turchi gran parte della responsabilita delle decisio– ni prese dal Du Tillot in danno della chiesa nel ducato di Par– ma. Con il Turchi e c~n il Bodoni e pure messo alla testa del movimento giansenistico che i cultori della storia della eresia, si sono sforzati di trovare nel ducato. In realta il Paciaudi pro– pensioni per certe parti delle dottrine portorealiste le ebbe certa– mente12; se non altro in ragione diretta alla sua avversione ai gesuiti, ereditata dal circolo del Passionei. Le relazioni con l'Ar– chetto durano infatti ancora anche da Parma. Nel 1766 anzi, fa– ceva sapere al Bottari che la sua posizione nella capitale del du– cato era altrettanto avversata che quella di lui in Roma, ma non poterglisi fare altro danno che di persuadere il delfino in Fran– cia e il papa a Roma, che egli era un arcigiansenista ed un ne– mico dei gesuiti7 3 • La sua straordinaria indipendenza di giudizio gli impedi infatti di essere un dichiarato addetto della milizia di Port-Royal. In verita il teatino si lasciava trascinare smoderata– mente dall'avversione. per la Compagnia. A Parma, ove trovo co– me sfogarla, quella divenne il suo « genio rabbioso », che informo un po' tutte le sue iniziative, anche quella di bibliotecario, ché mentre raccoglieva in gran numero gli scritti contrari ai ge– suiti, escludeva dalla biblioteca ducale perfiilo i Bollandisti74. Sotto la sua istigazione tale avversione si diffonde nel du– cato, accentua le tendenze rigoristiche, conquista il Du Tillot e 70 L'intimita con questo bibliotecario che bazzicava volentieri anche fuori della biblioteca, ha non poca importanza per capire come potessero passare tanti libri nelle mani del Turchi. Ancora da Torino, dopo la disgrazia del Du Tillot, il teatino continua a mandargli le novitii. del giorno. Cf. Turchi al Paciaudi: Colorno, 29 agosto, Parma 18 dicembre 1776. PBP, Cart.Paciaudi, 93. 71 Per la bibliografia sul teatino, cf. C. FRATI, Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani dal secolo XIV, Firenze 1934, 423-429. Inoltre di un certo interesse: G. GASPERONI, ll teatino Paolo Maria Paciaudi e T:ab. Giov. Cristoforo Amaduzzi, in Aurea Parma 27(1943) 33-46 (con documenti inediti). 72 Antonio Cerati dice con molta moderazione che il Paciaudi « nelle sentenze teologiche non s'accordava co' gesuiti e in qualche occasione parve restasse vo– verchiamente trasportato nel condannare le massime, ch'esso credeva di morale non sana :.. Cf. Opuscoli diversi 1, Parma 1809, 51. 73 E. DAMMIG, ll movimento giansenista a Roma, 174. 74 U. BENASSI, La mente del P. Paciaudi collaboratore di un ministro, in Miscell.StudiStor.in onore diFr.Sforza, Lucca 1916, 447.

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