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LIBRI E LETTURE 43 Questa curiosita per i libri illuministici, caratterizzata da riserve, da malcelate simpatie, da assimilazione parziale e cir– cospetta di atteggiamenti e di idee nelle quali rimaneva pero ancora spazio per una esposizione ortodossa, ha scavato pro– fonde tracce della mentalita del cappuccino, come avremo mo– do di osservare particolarmente trattando delle Prediche a corte. La biblioteca del Turchi appare pero provvista oltre degli im– mancabili autori di oratoria, che qui interessano molto relativa– mente, anche di un'altra classe di libri non meno importante di quella esaminata e che abbraccia gli scritti · di Duguet, Quesnel, Nicole, il Catec:hismo del Mésenguy (Venezia 1761, 3 voll.), la Morale cristiana del Floriot nella traduzione del P. Felice da Na– poli (Napoli 1747-1752, 9 voll.), la Regola dei costumi del Ger– beron messa in italiano dal Bottari con l'aggiunta di un appen– dice contro il probabilismo (Napoli 1734). Tali autori compaio– no infatti con maggiore o minore frequenza anche nella sua oratoria. Familiarissimi gli sono sopratutto i sermoni dell'anglicano Tillotson, antipapale, antigesuita, avversario acerrimo del catto– licesimoªª. Nel desiderio di valersi della critica storica particolar– mente nei panegiriciª7, sa utilizzare lo storico gallicano Fleury, il Rollin intriso di giansenismo, il Tillemont da lui giudicato fin dal 1759, « uno de' piu severi e de' piu giudiziosi critici d'Eu– ropa » 68 • La sua avversione ai gesuiti e al fanatismo, ap– pare pero controllata. Anche i Bollandisti, il Baronio, il Lab– bé, sono chiamati in causa accanto a S. Francesco di Sales, al Croiset, al Berruyerª 9 • Benché il Turchi nei suoi carteggi non parli mai delle sue letture giansenistiche, la conoscenza di que– sta « buona letteratura » gli facilito i successi e le amicizie di 'Toscana, di Roma, di Napoli, di Genova e della sua predicazione in genere, mentre tutti quei viaggi apostolici dovettero concor– rere oltre che ad accrescere i libri della sua biblioteca a svec– chiare sempre piu la sua mente. Non sembra, tuttavia, che queste letture abbiano relazione con gli amici di Parma e segnatamente con un circolo gianse– nistico locale. Gli amici e i confidenti dell'oratore in patria, in 66 Sermona sur diverses matii!res importantes, trad. par J. Barbeyrac, Am– sterdam 1744, 7 voll. 67 Gia ne! 1759 (cf. Ms.parm. 1117, n.13) stende un Panegírico di S. Nicolo vescovo di Mir-a, dotto ed elaborato come una dissertazione accademica: « ... Allo scrivere di quei chiarissimi uomini Tillemonzio e Labbeo... Cosl i!' Baronio senza eontraddizione ne' suoi annali... la maniera colla quale ne parlano Usuardo, Van– delberto e Adone... ; dice il Baronio... continua il Baronio... Nel codice Teodosiano .si legge... le quali cose tutte sull'autorita di grandi uomini né per soverchia credulita ,certamente sospetti... ». Cf. Op.ined, II, 33-61. 68 Op.ined. II, 54: Panegírico di S. Nicolo. 69 Il Croiset, gesuita, e uno degli autori che maggiormente hanno difeso la devozione del S. Cuore. II Turchi usa di frequente il suo Parallelo dei costumi di questo secolo e deUa morale di G.C., Venezia 1734. Il Berruyer, esegeta para– dossale avversato dai giansenisti e dai gesuiti, e l'autore della nota Histoire du peuple de Dieu, Amsterdam 1758, 5 vol].

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