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TURCHI E DU TILLOT 33 don Filippo. Nel 1763 i dotti Jacquier, Leseur, Millot, l'ornitologo J.B. Fourcaud e altri, venivano ad aggiungersi al gesuita Tom– maso de Fumeron gia nella capitale fin dal 1755. La corte ebbe essa pure un chirurgo francese, F.G. Levacher 1 º. Nel 1762 giun– geva a Parma anche un piemontese, il teatino Paolo Maria Paciau– di, che si era fatto precedere dal suo interesse per I'erigenda bi– blioteca ducale e che doveva poi tirare altri connazionali, tra i quali !'orientalista Bernardo De Rossi e il saluzzese G.B. Bodoni, chiamato nel 1768 a dirigere la tipografia ducale. E mentre at– torno al Frugoni in casa della marchesa Anna Malaspina della Bastia, amica del Du Tillot, si raccoglieva un'allegra brigata di 1etterati17, una turba di artisti francesi lavorava alle dipendenze dirette del ministro per riparare le depredazioni fatte da Carlo di Borbone nei palazzi ducali di Parma e Colorno: tra i piu noti l'architetto Ennemond Alexander Petitot, gli scultori J.B. Bou– dard e Laurent Guiard, il ·pittore Laurent Pécheux, gli incisori Michel Dubois e J ean Franc;ois Ravenet e un « entourage » di minori1 8 • I parmigiani non avevano avuto particolari difficolta per adattarsi alla nuova ondata oltramontana, alla quale erano stati -preparati lentamente dal primo decennio borbonico. L'abate J érome Richard nel 1765 osservava anzi, che anche i1 gergo locale inco– minciava a subire l'influsso francese e calcolava che sopra un totale di 45.000 abitanti, 4.000 erano francesi1°. L'abate Gabriel– Franc;ois Coyer nel 1763 aveva gia notato che Parma era una delle poche citta italiane ove l'afflusso forestiero apportava un vero aumento di popolazione 2 º. Lo sfarzo della corte, l'affluenza dei turisti e dei forestieri curiosi, attratti da quest'aria parigina, non contava pero solo degli ammiratori. Un barbiere intelligente, lo Sgavetti, che nella sua cronaca annota chiacchiere di bottega con osservazioni acute e sensate, ci ha lasciate le sue sdegnate impressioni sulla gallo– mania dei suoi concittadini, che seguivano la moda francese per– fino nene prediche in chiesa e nella stessa musica in duomo 21 • Si sono riformati alla francese gli orologi, contando le ore non piu da un tramonto all'altro, ma di dodici in dodici, da mezzo- 16 BEDARIDA, op.cit., 427-439. - Il de Fumeron era gia stato designato precet– tore dei figli di don Filippo con decreto del 2 giugno 1755. ASP, Decreti e rescritti, ms., an. 1755, n.77. 17 C. CALCATERRA, La brigata frugoniana di casa Malaspina, in Il Barocco in Arcadia, 99-113. 18 BEDARIDA, op.cit., 497-548; G. LOMBARDI, Artisti francesi a Parma nella se– conda meta del Settecento, in Aurea Parma 13(1929) 64-70. 19 G. RICHARD, Description historique et critique de l'ltalie II, Dijon 1766, 40-41. 2 º G.F. COYER, Voyage d'ltalie et d'Olande I, París 1775, 82.- 21 SGAVETTI, Cronaca ms. in ASP. - M. MONTANARI, L'eta dell'oro della corte di Parma nella cronaca di un barbiere del '700, in Aurea Parma 8(1924) 103-107. -3. - Adeodato Turchi

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