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32 RITRATTO STORICO-PSICOLOGICO un proconsole di Luigi XV 1 º. Tuttavia l'incredulita e l'illumini– smo nella loro diffusione seguivano di fatto la via degli interessi e del prestigio francese 1 1. La vecchia capitale dei Farnese sotto l'influsso del Du Tillot, piu ancora che l' A te n e d' Ita li a o l' A urea Par m a , co– me spesso si ripete, divenne una Parigi in miniatura. I filosofi, i pedagoghi, gli artisti chiamati a lavorare nelle reggie di Parma e di Colorno, furono infatti evocatori delle civetterie artistiche e dei prodotti letterari e culturali della Francia di Luigi XIV e XV. Gia nell'aprile del 1758, un mese prima che il Turchi ritor– nasse in Parma dalla capitale estense, vi era giunto l'ab. Condil– lac, che coadiuvato dal barone bretone Augusto di Keralio 1 2, ar– rivato sullo scorcio del 1757, doveva curare l'educazione filosofica dell'Infante Ferdinando, figlio di don Filippo nato in Parma nel 175l1ª. Per completare la formazione del giovane principe 14 , e per accrescere il fascino culturale della citta, la corte chiamo tosto dalla Francia personaggi di secondo ordine, ma non meno competenti e interessanti. Cosi nel gennaio del 1760, preceduto da reputazione di ateísmo, arrivava a Parma il Deleyre, seguace ed amico del Rousseau 1 \ destinato poi alla biblioteca privata di 10 E. RoTA; Le origini del Risorgimento 1, 303C304. 11 Bedarida (Parme et w. France, 86-87) osserva pero acutamente: « On l'a représenté francesissimo jusqu'au bout et sur tous les point. Du moins ce Franc;ais manifestait-il la large compréhen– sion du génie de sa race: il était incapable de faire abstraction des réalités histori– ques et des contingences de temps et de lieu... Ses ennemis ont vu en lui Un philo– sophe. Ils ont voulu expliquer par la sa politique ecclésiastique... :.. 11 Non a torto il Millot nella introduzione agli Elémens d'histoire générale (Paris 1809, voll. 11) scritti a Parma attorno al 1768 notava: « Depuis que l'état de Parme a pour souverains des princes nés du sang le plus auguste de. l'Europe, il s'y est formé plusieurs établissemens utiles, propres a répandre les lumieres qui contribrient toujours au bonheur des peuples... :.. · 12 H. BEDARIDA, Un educatore dimenticato. 1l barone di Keralio, aio di don Ferdinando, in Aurea Parma 14(1930) 6-14. 13 B. PERG0LI, Il Condillac in Italia, Faenza 1903; V. PALTRINIERI, Condillac a Parma, in Aurea Parma 4(1920) 140-144; BEDARIDA, Parme et la France, 412-426. - Il celebre filosofo, che a Parigi aveva avuto rapporti con Voltaire, Rousseau, Fon– tenelle, D'Alembert, Diderot, Duelos, durante la sua dimora a Parma, conservo l'abitudine di vivere segregato in corte. I suoi incontri con il Turchi, futuro pre– cettore dei figli di don Ferdinando, pare si siano limitati a scambi di libri. Cf. BE– NASSI, Guglielmo Du Tillot V, 61 nota 3. Freddo, riservato, proclive all'humeur, il Condillac come educatore ebbe meno fortuna del cappuccino, pin vivace, aperto e capace di insinuarsi con ctolcezza nell'animo dei discepoli. Cf. CREUZE DE LESSER, Voyage en Italie et en Sicilie en M.DCCC.l et M.DCCC.ll, Paris 1806, 30-31. 14 Sarebbe errata pensare che tutta l'educazione dell'Infante fosse sotto l'in– flusso illuministico. Ligia alle vecchie consuetudini e spinta da un mecenatismo di vecchio stampo, la corte di Parma aveva chiamato il Condillac e altri francesi solo dopo molte esitazioni e cautele. Del resto accanto al filosofo e al Keralio, troviamo incaricati della educazione del principe anche i gesuiti de Fumeron, Belgrado, i PP. Jacquier e Leseur, mentre il cappuccino Michele Riva, il domenicano Torri, il prete Ponticelli ed altri ecclesiastici godevano l'abituale intimita con !'educando del Con– dillac. Cf. presso PEZZANA, Memorie VII, 648-666: Storia della mia vita scritta da Ferdinando; V. S0NCINI, La fanciullezza religiosa del duca don Ferdinando di Bor– bone, in Aurea, Parma 13(1929) 46-66. 16 Sul Deleyre a Parma, cf. BEDARIDA, Parme et la France, 364-373 e anche U. BENASSI, Una guerra letteraria italo-francese nel secolo XVIII, in Gior.stor.lett. ital. 83(1924) 54-83.

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