BCCCAP00000000000000000001361
TURCHI E DU TILLOT 31 luomo di camera di S.A.R., era stato messo a flanco della du– chessa Luisa Elisabetta, come segretario intimo del suo gabinétto. Fu in qualita di uomo di fiducia, che mandato a Parma nel 1749 da Luigi XV, aveva iniziato la sua intendenza generale che doveva portarlo all'onnipotenza. In riconoscenza dei servizi resi dall'intelligente e fortunato valletto divenuto primo ministro, don Filippo con Motu proprio del 4 agosto 1764, gli faceva ampia e piena donazione delle terre di Felino e S. Michele di Tiorre5, con il titolo di marchese. Sul piano religioso il ministro non mostrava apparentemente alcuna idea sospetta e ancora nel 1759 mandava alle stampe e dedicava al suo padrone un libro religiosissimo, cattolicissimo 6 • Nel tempo stesso in una lettera confidenziale al Frugoni, prote– stava di non voler prendere nulla su di sé in materia di beni ecclesiasticF. Le manifestazioni esterne in senso religioso, anche negli anni posteriori, non sono poche e per quanto modeste e sospettabili in parte di ostentazione opportunistica, nell'insieme non sono senza valore 8 • Anche in piena rottura con Roma, du– rante le riforme, si fara dare i sacramenti dal Turchi, il quale in quel tempo, un poco cortigianescamente, tratta con lui come con un p h il o s o p h e c h r é t i e n 9 • Queste manifestazioni lo differenziano certamente dagli in– creduli e dagli atei. Né il ministro, né la corte di Parma, del resto, favorirono mai direttamente l'incredulita e l'illuminismo. Luigi XV non mirava che agli interessi della política e del prestigio della Francia in quella colonia borbonica. L'amministrazione stessa del Du Tillot era concepita con il criterio del buon affare e di un buon servizio reso alla Francia e políticamente non a torto i1 ministro fu detto 5 II grosso borgo di Fellno (di cui S. Michele <lJiJ Tiorre e una frazione), sulla riva destra del torrente Baganza, era un vecchio feudo imperiale gia ceduto altre volte ai francesi (da Luigi XII a Pierre de Rohan, da Odoardo Farnese a Jacques Gaufrido...). Possedeva e possiede tuttora un importante castello che do– mina la pianura di Parma. Cf. L. MoLOSSI, Vocabolario topografico dei ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma 1833, 127-129. 6 G. Du TILLOTH, Doze capítulos de verdades catolicas y políticas muy ne– cessarias al gobierno de los príncipes, Brescia 1759: e una riduzione di un'opera inedita di un cappuccino spagnolo, Fra' Ermenegildo da Sivilla del convento di Brescia. Vi s'insegna che i nobili sono Dei, fatti per comandare, vi si Joda la Jotta contro gli ugonotti, vi si narrano miracoli e via di seguito. 7 Du Tillot al Frugoni: Colorno 16 sett. 1759, in Arch.Accad.Belle Arti, Parma, Arm.A,1759, n.97. 8 Una curiosa Nota contemporanea, citata da! Benassi (op. cit. V, 23) cosi com– menta la religiosita del ministro: « La devozione non lo inquietava mentre nelle chiese non si vedeva se non per solo sentir messa ne! giorno in cui correva l'obbligo e si cercava i1 sacerdote piu breve e che ne! suo ingresso nella chiesa fosse gia all'altare ». - Ne! 1762 il marchese di Felino chiese ed ottenne !'indulto papale nella forma piu ampia per erigere un altare nella propria abitazione per farvi celebrare la messa festiva per sé e familiari. Nella biblioteca privata conservo sempre libri e oggetti religiosi. Cf. U. BENASSI, La casa privata d'un ex-ministro riformatore del secolo XVIII, in Aurea Parma 7(1923) 151-159. 9 Turchi al Du Tillot: Parma, 23 apr. 1769. ASP, Cart.borb. 959.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz