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14 LA GIOVINEZZA (1724-1759) cifi.catamente, quindi, con tale circoscrizione territoriale avreb– be dovuto chiamarsi provincia della Lombardia cispadana, per distinguersi dalla traspadana ; ma tale denominazione generica in quel tempo era comune a tutte le giurisdizioni regolari della regione emiliana. ' Sorta nel 1679 dallo smembramento dell'antica provincia di Bologna 55 , sul principio del Settecento essa comprendeva 25 conventi 5 ª. A questi nel ·gennaio del 1737 ad istanza dell'impera– tore Cario VI, padrone momentaneo di Parma, erano stati ag– gregati sei conventi mantovani, che nel 1749 per volonta dell'im– peratrice Maria Teresa si staccavano nuovamente per costituire con Trento la provincia detta di Mantova 57 • La provincia di Lombardia ritornava cosi nei suoi confi.ni pri– mitivi. Nel 1754 contava 495 religiosi ed era ancora in aumento. Avendo raccolto sul nascere parte della secolare eredita spi– rituale e culturale di una delle piu importanti province cappuc– cine italiane, godeva di una organizzazione di studi che discendeva. direttamente dallo studio generalizio di Bologna 58 • La sua stessa. vita letteraria era stata tenuta a battesimo da un teologo bona– venturiano d'eccezione: il P. Bartolomeó Barbieri 59 • L'influsso di questo dotto religioso pare sia stato considerevole nell'indiriz– zo intellettuale dell'Ordine Cappuccinoªº. Nella provincia di Lom– bardia, il suo esempio facilito lo slittamento verso la tendenza. piií. puramente agostiniana, alla quale in fondo S. Bona.ventura si riallacciavaª1. I lettori delle cattedre cappuccine godevano, del resto, di grande autorita e continuita nella formazione dei di– scepoli. Essi ricevevano una scolaresca con !'apertura di uno « studio » e attraverso l'insegnamento della logica, della fi.losofi.a, · della teologia la portavano fino all'esame di predicazione, scopo "5 Bullarium Ordinis 11, 241-242; SALVAT0RE DA SASSO, La Provincia Cappuecina di Bologna e la cronaca dei suoi Pravinciali I (1535-1679), Budrio 1946, 222-236. 56 FELICE DA MARETO,- Bi/Jlioteca,, XIV-XV. 57 Bullarium Ordinis VII, 390-392; MARCO DA C0GN0LA, l Frati Minori Cappuc– cini della Prov. di Trento, Reggio Em. 1932, 187-190. 58 SALVATORE DA SASSO, Il contributo della Provincia di Bologna per gli studí nelt'Ordine dei Cappuccini, in Ital.Franc. 9(1934) 299-309. 385-398; 10(1935) 44-60. •• Teologo e confessore di Frari.cesco I d'Este, duéa di Modena, e tra i piu. noti e apprezzati interpreti di S. Bonaventura, di cui dopo 40 anni di studio tento di fare una somma dottrinale nei Cursus philosQPhici e nel Cursus theologicus ap– parsi alle stampe in Lione rispettivamente nel 1677 e nel 1687. Morl a Modena nel 1697. Cf. bibliografia in FELICE DA MARETO, Biblioteca, 182-187. 60 E. GILS0N, La philosophie de S. Bonaventure, Paris 1924, 476-482. 61 Antonio Cerati elogia il suo amico P. Ferdinando Castellina, cappuccino, lettore a Parma nella seconda meta del sec. XVIII, perché nel dettare il purgatfs– simo sistema agostiniano. non formo dei discepoli fanatici contro g]i altri sistemi non condannati dalla Chiesa. Cf. Ritratto del P. Castellirui, in Opuscoli diversi I, Parma 1809, 156. Questa tendenza agostiniana appare radicata profondamente .nelle cattedre cappuccine della regione. Ancora nella seconda meta· dell'Ottocento alcuni lettori ripiegano sensibilmente verso Rosmini e anche verso il Gioberti, i piii ra~ dicati nel¡'agostinismo tra i filosofi moderni. Tra questi cappuccini si distingue il P. Cipriano Poggi, che ebbe il Premio Ravizza per !'opera: Il pensiero filosofico ne' suoi rapporti colla civiltd e moralitd italiana nell'epoca moderna, Firenze 1884. Cf. anche FELICE DA MARETO, Biblioteca, 211-216.
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