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10 LA GIOVINEZZA (1724-1759) In tutto il resto il tono morale e la vita religiosa parmigiana si manteneva in perfetto accordo con il grigiore e la mediocri– ta comune di un'Italia da poco uscita dal Seicento. Anche i connotati della vita intellettuale del ducato, non smentiscono tale mediocrita dilagante. A prima vista il paese potrebbe sembrare addirittura in un triste stato di vuoto intellettuale. Ma una · élite culturale non mancava e si profondeva con esuberanza soprattutto nella pro– duzione poetica, in una floritura, dovuta ai nobili e al clero, lus– sureggiante di fogliame, ma scarsa di frutti. Il merito partico– lare di questo movimento poetico era da attribuirsi alla presen– za del poeta Carlo Innocenzo Frugoni, tanto ammirato dal suo secolo e che costituiva una gloria della corte dei primi Borboni di Parmaªª. Negli altri campi l'attivita letteraria sonnecchiava o allignava sugli avanzi dei tempi farnesiani, accarezzati ormai attraverso il roseo prisma del rimpianto 34 • Nelle universita, nelle scuole medie, nel Collegio dei Nobili dominavano assoluti i ge– suiti con la scolastica e sotto di loro passava tutta la nobilta. Il Collegio dei Nobili nel quale insegnarono il Roberti, il Granelli, il Bettinelli, aveva continuato a mantenere alto il prestigio anche durante gli infausti tempi delle guerre di successione, e ancora attorno al 1747 attirava dall'esterno giovani studiosi che una vol– ta usciti e rifatti della male digerita metafísica diverranno un Pietro Verri o un Cesare Beccaria 35 • Né diversa era la condizione culturale dei conventi del du– cato. Dalle loro scuole usciranno uomini come lo storico Ireneo Affo e il nostro Adeodato Turchi, ambedue figH del popolo. Ma !'ambiente conventuale, piu che la formazione, ha dato loro la possibilita di farsi strada, nonostante lo scarso patrimonio fami– liareª". Il mecenatismo colto e munifico di qualche patrizio, come Ubertino Landi nei riguardi del Turchi, incitando l'amore delle lettere, favori senza dubbio questi sporadici risvegli culturali nei conventi, gia prima dell'arrivo dei Borboniª 1 • Pero solo con il Per la stor-ia delle relazioni fra Stato e Chiesa nel ducato farnesiano di Parma e Piacenza, in Arch.Stor.Ital., s.V, 49(1912) 38\l. 33 Sul Frugoni a Parma, cf. E. BERTANA, In Arcadia, Napoli 1909; A. EQUINI, C.f. Frugoni alle corti dei Farnesi e dei Borboni di Parma, Palermo 1920-21; C. CALCATERRA, Storia della poesia frugoniana, Genova 1920; Idem, Il Barocco in Arcadia e agli scritti sul Settecento, Bologna 1950. 34 Cf. G. GUERRIERI, Cultura dei Farnese e sue relazioni con la cultura italiana dei secoli XVI-XVIII per mezzo del mecenatismo,. in Arch.Stor.Prov.Parm. s.III, 7-8(1942-1943) 149-167. 35 G. CAPASSO, ll Collegio dei Nobili di Parma. Memorie storiche..., estratto daU'Arch.Stor.Prov.Parm. n.s. 1, Parma 1901, 137-160. 36 G. ToNONI, Condizioni della Chiesa VI, 414. 37 11 dotto naturalista toscano Antonio Cocchi, reduce dai viaggi in Francia e Inghilterra, a proposito del ducato parmense nel 1731 annotava nel suo taccuino: « Non ho ancor trovato nessuno in queste parti, che pensi comme il faut. 11 mar– chese Uberto Landi e il conte Dal Verme, forse i piu dotti deUa nobilta, ont beau– coup d'erreur ». Cf, A, CORSINI, Antonio Cocchi: un erudito del Settecento, Milano 1928, 116.

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