BCCCAP00000000000000000001361

APPENDICE II: SAGGIO SULL'ICONOGRAFIA 469 do scuro, seduto ed in atto di scrivere la sua prima omelia 11 • 11 quadro mostra una ¡;:ersona dall'espressione forte e risoluta. Muscolosa f bella particolarmente la mano destra sollevata e stringente una grossa penna d'oca, e nella quale spicca l'anello episcopaJe con una grande gemma dai riflessi cerulei (tav. 2). Sul retrc della tela si legge che il ritratto fu gia di proprieta del Turchi stesso, che lo tenne espósto per lunghi anni nel proprio studio e da lui lasciato in eredita al segretario Fortunato Mussati1 2 • 3. Ambedue i dipinti menzionati svolgono l'argomento ritrattistico sullo stesso nocciolo iconografico, che non el:Íbe pero eccessivo seguito perché superato da una nuova composizione di ·1n artista di maggior grido: il portoghese Francisco Vieira (1765-1805), figlio di Francisco Vieira il vecchio (1699-1783) e principale pittore lusitano del seco– lo XVIII. Fr&ncisco Vieira fu a Parma tra il 1792 e il 1794 13 ; a questo soggiorno pa::-mense risale pertanto la sua testa del Turchi (tela, cm. 41 x 34), conservata alla Galleria Nazionale di Parma e che si distin– gue dagli altri ritratti del cappuccino per vivacita di colori e scioltez– za d'espressione 14 . Questa tela venne largamente imitata, specialmen– te nelle figure a bulino (tav. 3). 4. Anche il secondo ritratto (solo testa, tela, cm. 40 x 27) che Biagio Marti::J.i condusse a termine sulla svolta del secolo XVIII e che oggi fa parte della Collezione Glauco Lombardi d: Colorno, fu concepito sotto ispirazione della tela del Vieira 15 . 11 pittore di Maria Luigia, in– sieme al lineamenti esterni del Turchi, ha pero trasfuso in questa sua composizione tutta !'anima, la forza degli occhi, la prontezza e l'argu– zia della bocea del suo amico e protettore, con :ecnica appassionata e moderna, e, in certo senso, piu convincente di quella del .maestro porto– ghese. Questi due ultimi ritratti restano comunque le migliori e piu espressive rappresentazioni pittoriche del Turchi. oltre che le piu rea– listiche16. 5. Un felice tentativo di fondere insieme le qualita di questi due di– pinti del Vieira e del Martini, si ha in una testa del Turchi (tela, 11 Su! foglio che il prelato tiene innanzi si legge infatti chiaramente una frase dell'omelia recitata in occasione dell'ingresso in diocesi (5 novembre 1788): « Ma dove andremo, '.J mio Dio? A pascc;re [il Par] // mense Popolo eletto, Parmense Popolo // che mi e caro. Ma ». Cf. A. TURCHI, Opere complete I, Venezia 1832, 6-7. 12 Da qu0st'ultimo venne Jasciato in eredita alla nipote Luigia Mussati, la quale ne fece dc,no al P. Enrico Margini, legandolo in per;ietuo al convento dei cap– puccini di Reggio Emilia. Cf. Jettera di Celso Sighicelli d P. Margini: Modena 13 aprile 1863. Copia trascritta su! verso del quadro stesso. Di questa tela fa men– zione A. BALLETTI, L'arte in convento, nella pubblicazione I francescani a Reggio Emilia, Reggio E. 1927, 97-98 (con fotoincisione). 13 Detto anche il Portoense, cioe nato a Porto in Portogallo. Visse in Italia da! 1789 al 1797 (particolarmente a Roma e a Parma). Dopo il 1797 fu prima a Dresda, indi ad Amburgo e Londra, per finire poi ne! 1802 a Porto, morendo attorno al 1805 in MadEira. Cf. A. MICHEL, Histoire de l'art VII, Paris [1923], 768-770. 14 Due ri;iroduzioni a fotoincisione di questo ritratto si possono vedere ne La Realtil. Nur.iero-Ricordo della prima commemorazione centenaria di monsi,qnor ,4deodato Turchi, Parma 10 marzo 1904 (frontespizio ed a p. 5). 15 Piu probabilmente ne! 1800-1801, dopo il ritorno del pittore da! soggiorno romano. Di questa tela si puo ammirare una buona ripro<luzione a fotoincisione in FELICE DA MARETO, Biblioteca, 99. 16 Cf. PEZZANA, Memorie VII, 283; FEL!CE DA MARETO, Biblioteca, 5.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz