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CONDIZIONI CIVILI E RELIGIOSE 9 fossero piu corrotti o trascurassero i propri doveri, piu di quanto non facessero in quello stesso tempo quelli di altri stati italiani. I veri mali degli uomini di chiesa si potevano sintetizzare nella ignoranza e nella mediocrita. Le condizioni religiose e morali del ducato non erano, infatti, cosi disperate e nere, come ci si aspet– terebbe anche dall'avvicendarsi dei vari governi instabili, dei passaggi degli eserciti con saccheggi, versamenti di sangue, ru– berie e dissolutezze. Né il clero mancava proprio di zelo pastora– le, che fuori del ruolo strettamente liturgico-sacramentale si mo– strava notevolmente nella predicazione assai fiorenteªº. Ma non si puo parlare di correnti o tendenze religiose vere e proprie tra il clero e meno ancora tra la popolazione civile, la quale viveva in un'incredibile ignoranza e superstizioneª 1 • Non mancavano, tuttavia, nel campo teologico spiriti dissenzienti dalle massime dominanti e proclivi alle discussioni, ma non costituivano un ve– ro moto, come non lo costituiva l'avversione ai gesuiti. Qualche alito piu insistente di rinnovamento si notava invece nel campo del diritto pubblico. Qui le lotte tra il papato e !'impero per il possesso del ducato, erano venute preparando giuristi, uomini di chiesa e di pubblica amministrazione pronti a sostenere i diritti dello stato di fronte alla chiesaª 2 • 30 II Pezzana (cf. Continuazione degli scrittori VII) tra gli scrittori parmigiani della prima meta del Settecento elenca numerosi oratori sacri. Ecco un mazzo di nomi: i gesuiti Jacopo Sanvitale e Gherardo Penazzi, i fratelli Felice e Orazio Azzo, minori riformati, l'osservante Flaminio Bottardi, i cappuccini Romualdo Mirra, An– tonio Maria Pescatori, Andrea Varnieri, Angiolo Francesco Scurani, Giuseppe For– tunato Volpi... Ma un numero assai maggiore di predicatori popolari i nomi dei quali non possono trovare posto in un elenco di scrittori, si dedicava ad un aposto– lato non meno importante tra la popolazione della campagna e dei monti del ducato. I soli cappuccini emiliani avevano nei ducati di Parma e Modena piu di 120 qua– resimalisti attorno alla seconda meta del Settecento. Cf. F0RTUNATO DA M0DENA, Re– gistro de' pulpiti coperti da PP. Predicatori della Provincia, ms. in APC. 31 Una pubblicazione diretta contro il clero, intitolata Giornale del 1738 coi fasti di Gesu Cristo e calle memorie di alcuni suoi santi ecclesiastici secolari, stam– pata e diffusa in Parma parlava di santi non appartenenti al clero, percio « eccle– siastici secolari », come « primissimi campioni dell'adorato vangelo » e illustrava mas– sime politiche e civili di Cristo, Re buono, indulgente, nemico dei tiranni e degli assolutisti e prospettava visioni apocalittiche. Ma tutto era frutto di una incredibile superstizione e ignoranza; tali visioni apocalittiche vennero riprese ancora dai lu– nari del 1748 e del 1762; ma che non si trattasse di scherzi lo dimostra il fatto, che si dovette ricorrere ai confessori e ai predicatori per tranquillizzare le coscienze. Cf. SGAVETTI, Cronaca ms., 13 e 14 marzo 1762, in ASP. 82 « Se... il quadro delle relazioni fra lo Stato farnesiano e la Chiesa non riesce completo, quale si potrebbe desiderare in base ad un programma rigoroso di giuris– dizionalismo, esso offre tuttavia sufficienti elementi pe,r indurre nello storico la persuasione che anche i vassalli dei pontefici non poterono sottrarsi a quelle giam– mai spente esigenze sociali, riflettentesi ne! diritto e nella politica, per le quali la societa civile si poneva di fronte alla societa ecclesiastica, contrastandole, in molte occasioni, la supremazia e politica e giuridica. Soltanto il Piemonte e la Re– pubblica Veneta seppero, in quei tempi [sec. XVI-XVII], svolgere perfettamente il sistema di un efficace giurisdizionalismo: ma forse in nessuna parte d'Italia si puo avvertire la completa sottomissione dell'autorita civile a quella della Chiesa; e le profonde riforme che, nella seconda meta del secolo XVIII, vennero in questa ma– teria attuandosi, rappresentando, anche in Parma, la conclusione di un movimento che aveva origini assai lontane, risposero a una tradizione gia da lungo tempo formatasi nella coscienza dei governanti e dei sudditi ». Cf. W. CESARINI SF0RZA,
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