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CONDIZIONI CIVIL! E RELIGIOSE 7 ,apocalittici e quadri foschi. Ha le sue ombre e le sue lucí, ma :senza eccessi notevoli o duraturi. Gli elementi statistici che possediamo sulla popolazione del ,ducato in questo periodo hanno un valore incerto, ma nell'insie– me sono significativi. Secondo il Denina, avanti la seconda meta ,del secolo XVIII, Parnia non superava di molto i 25.000 abitanti. In una nota del 1759 la popolazione di Piacenza ammontava in– vece a 30.590 anime. La popolazione dell'intero paese sembra che :s'aggirasse attorno alle 300.000 unita, divise in tre classi sociali ben distinte: nobili, clero e popolo, tra le quali pero gia si pro– filava una nuova .classe : la borghesia 19 • Le non buone condizioni finanziarie ed economiche generali, .avevano soprattutto angustiata la vita della plebe, che rappre– :sentava la stragrande maggioranza, portando ovunque disoccupa– zione, miseria. Furti, rapine, omicidi, nelle campagne e nelle citta, sono infatti registrati con orrore nella cronaca nera del– l'epoca2º. Ma l'aggravarsi della delinquenza popolare era un effet– to non durevole dell'acuto disagio e delle devastazioni militari. Tra una tempesta e l'altra, al primo soffio di tranquillita, con una spensieratezza che meravigliava i cronisti del tempo, il popolo ritornava ad affollare con la stessa facilita chiese e teatri21. La decadenza della nobilta del sangue, spogliata gia dai Far– nese d'ogni potere político e della ricchezza per effetto del fasto ,eccessivo 22 , facilitava il profitto del ceto medio, la borghesia, che incominciava appena a fare sentire il suo influsso nella vita del paese. Non attaccata a pregiudizi del passato, piu assidua e in– teressata ad una formazione scientifica e letteraria, questa clas– se cittadina aveva uomini laboriosi, pronti a dare anche una ge– nerosa collaborazione al governo, confondendosi volentieri con la nobilta, che vantava pure soggetti aperti alla cultura moderna, .alle innovazioni e non benevoli all'insegnamento gesuitico, come il ,conte Gaspare Cerati, il marchese Ubertino Landi, Antonio Co– :sterbosa ed altri23, tutti in ottimi rapporti anche con Adeodato 'Turchi. In un paese come quello di Parma, privo cioe di grandi pos– sibilita commerciali e industriali, tagliato fuori dai grandi cen– ,tri e da ogni comunicazione con il mare, la loro attenzione si rivol– gera naturalmente ad una política di economia interna, cercando di utilizzare, attraverso riforme e compartecipazioni di tutti i cit– tadini agli oneri dello stato, i béni e le risorse nazionali, contri- 19 BENASSI, Guglielmo Du Tillot II, 90-93; T. BAZZI - U. BENASSI, Storia di Par- ·ma, 279. 2 ° Cf. SGAVETTI, Cronac,a ms., cit. da BENASSI, op. cit. I, 103. 21 Cf. SGAVETTI, Gronaca ms., cit. da BENASSI, op. cit. I, 103. 22 Ancora sotto i Borboni essi continueranno a rovinarsi con il lusso eccessivo, i giuochi, i collezionismi di moda, lontani dalle applicazioni intellettuali e da! ren– ,dersi utili allo stato. Contro questi vizi tuonera anche il Turchi nelle Prediche a corte. 23 BENASSI, op. cit. I, 115-120.
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