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APPENDICE 1: DOCUMENTI INEDITI 437 s'incammina all'undicesimo lustro. La tranquillita e la base del mio ben essere. Ho superati, la Dio merce, de' grandi ostacoli; forse me ne rimangono dei piu forti, ma non importa. Amo i miei Allievi con una tenerezza che non posso spiegarvi, e mi consola moltissimo il ve– dere un bambino di quattro anni, che incomincia a gustare le piu semplici proposizioni di Euclide, e vorrebbe star sempre con tra le mani il compasso, e la squadra. Si fa fare ai fanciulli tutto cio che si vuole e se vengono annoiati nei loro studi tutta la colpa deve rifonder– si nei precettori. Addio, caro P. Paciaudi. Gli amici, che sono in gran numero, vi riveriscono di cuore. Mustafa vi augura inutilmente la mala ventura; ed io a suo dispetto vi abbraccio e sono P.S. Ricevo la vostra commendatizia per l'abbate Apostolico che non ho ancora veduto. Sarete servito a misura delle mie forze. 28. V. 0 s.e ed amico Ad.011 Il cappuccino esplf'ime al teatino la sua gioia per il di lui immi– nente ritorno a Parma. Colorno, 20 ottobre 1779. Autografo. PBP, Cart. Paciaudi, 93. Car.roo ed amatiss. 0 P. Paciaudi La vostra lettera e per me tanto preziosa, che ve ne rendo le maggiori grazie possibili, e ve le rendo di cuore. Voglio darvene un segno un:'voco, . e per usare dei vostri termini, c o m a n d a r v i molte cose, prima che abbandoniate codesto ameno e fiorito soggiorno. Vi comando adunque che siate ben cauto nel vostro viaggio, non esponen– dovi a pericolo nessuno. Vi comando che ritorniate a noi pieno della piu robusta salute, e della piu vera, e ridente tranquillita. Vi comando in fine che mi conserviate tutta la vostra amorevolezza, assicurandovi che siete ben corrisposto. Sono questi gli articoli, che soli interessano la mia amicizia, e quell'attaccamento, che professo al vostro buon cuo– re, ed all'ones-';a vostra sincerita. Avete preso il miglior partito del mondo mettendovi a ridere su le ciarle che si vanno spargendo, e della vostra persona, e delle pre– tese vostre incombenze. Avete ben ragione di dire che vi conoscon pur male. Ma che vol farsi? La curiosita, dove sia luogo a condirla con un po d'umore maligno, sdegna le cose, che ha sott'occhio, dive– nute percio familiari, ed ama meglio vagare nello spazio dei possibili, campo vastissimo alle teste leggere per conghietturare, ragionare, e de– cidere eternamente alla peggio. Quest'e il loro divertimento; e questo dev'essere il vostro di rimirare tali indovini con pieta, e con riso. V eni– te, e rideremo anche piu di quello, che imaginarvi possiate. lo sto bene. Gli amici vi dicono tante cose per mezzo mio. Sospiro il momento, in cui abbracciarvi, e conversare piacevolmente con voi, senza tanti rap– porti, né elettricita dell'anima, né amore per fibra, ma alla buona, e di cuore. Addio, carissimo. V. 0 s.º ed arnico F. Ad.º 17 Un notsbile frammento. di questa lettera si trova edito in PEZZANA, M emorie VII, 264.

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