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436 ADEODATO TURCHI ed in questo invidio la vostra sorte. Non percio mi lamento della mia. Non credo vi sia uomo al mondo pfü tranquillo di me. Sono iri.vincibile nell'adottato sistema di non mescolarmi giammai in cosa alcuna, che non sia di rigorosa pertinenza del mio impiego. Per tal modo, se la malignita non puo risolversi a parlar bene, non ha almeno ragione– vole appiglio per lacerai:mi come suole succedere nelle corti. I miei RR. Allievi nell'atto che occupano la mia giornata, mi sono oggetto del– la piu viva compiacenza. Un indole aurea, talenti pfü che mediocri, il cuor buono, ed una facile pieghevolezza me li rendono amabilissimi. E' vero che in cosi tenera eta non si puo ancora decider nulla; ma si puo travedere assai bene doye almeno saranno un giorno portati dalla fisica loro costituzione. Credetemi, che le passioni, non avendo altra base che il temperamento, si manifestano di buon ora, e tutta l'arte consiste non gia nel combatterle od annientarle, ma nel dirigerle bene verso virtuosi, e lodevoli oggetti. Quest'e il 1;Uio principalissimo im– pegno. Caro amico, la prima educazione non mi spaventa, la seconda si bene, quando i principi diventan padroni di sé. Allora bisogna racco– mandarli a Dio, che solo puo reggerli in mezzo a tanti pericoli del– l'apparentemente luminosa lor situazione. Voi continuate ad essere nella pfü onorata memoria presso le per– sone, che sanno. Chi tutto puo parla sovente di voi, e ne parla con sentimenti di stima, che si debbano al vostro merito. E chi e che veg– ga ben chiaro nel profondo abisso dell'avvenire? Basta. Voi continua– te ad amarmi, come io di cuore vi stimo, e vi amo. Addio, caro Pa- ciaudi. Vi abbracio, e sono · 27. V. 0 s.e ed amico Ad.01s Il Turchi informa il Paciaudi dell'interesse che il duca di Parma si prende della di tui persona e da notizie dei suoi allievi. Parma 27 novembre 1777. Autografo. PBP, Cart. Paciaudi, 93. Car.mo Pre Paciaudi Ho avuto l'onore di vedere particolarmente il vostro amico sig.r Commendatore Granerio, e di questo ne son debitore a yoi solo. Mi e paruto un uomo di merito singolare, socievole, finó, disinvolto, pieno di lumi, ed anche piu di quell'auree massime le quali non posson det– tarsi che da un cuore assolutamente buono. Se il vostro Re puo contar molti di codesti ministri, deve riputarsi felice. Si e parlato di voi; vi si e renduta giustizia, ed abbiamo fatto un gran ridere su !'ostraci– smo parmigiano. Il nostro amabilissimo padrone continua a stimarvi, ed amarvi; e púo dubitarsi se abbiavi alcuno piu vantaggiosamente situato nel di lui animo. Credetemi che non esagero. Voi avrete a suo tempo le pro– ve, ed io per ora non posso dfrvi di piu. La mia sanita e florida, quale puo desiderarsi in un uomo, che 16 Un lungo :l'rammento di questa lettera e apparso gia in PEZZANA, Memorie VII, 264; e in C. CANTU, Storia degli italiani V, '!'orino 1896, 564 nota 4.
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