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APPENDICE I: DOCUMENTI INEDITI 433 una pura felicita pare non possa convenire alla moltitudine, cosi io penso che in materia di governo si scrivera sempre bene, ed in mezzo .ad un diluvio di bellissimi libri, i popoli saran governati assai male. L'arte di governar le nazioni pare ormai esaurita, e le nazioni gemono sotto il peso .dei rispettivi governi. Sembra possa dirsi della politica ,cio che dir si potrebbe della pubblica economia, della quale non si e ;scritto mai tanto come nel nostro secolo, ed appunto nel nostro se– colo · la pubblica economia si va rovinando in ragione dei libri, che la l'ischiarano. Datemi in un sovrano una religion ben intesa, un cuor buono e sensibile, un desiderio grande di far del bene, lumi sufficienti per discernere i cattivi dai buoni, e poi mettetegli in mano il vostro libro, e siate certo di vederne tutto quel bene, di cui uomo e capace. Ma -senza quelle grandi disposizioni, che sole vengono dall'Autore della na– tura, tutti i libri del mondo non faranno mai nessun bene, e molte ·volte faranno anche del male. lo pero dovrei vergognarmi di parlare su tali materie con un uomo quale voi siete, e che ne avete parlato assai meglio degli altri, come profondo conoscitore dell'uman cuore, e di tutti i rapporti, che lo distinguono. Desidero sentirvi guarito dalla vostra podagra, i cui dolori credo moltissimo analoghi al dolore dei denti. Non fate, di grazia, come quel celebre pazzo di Possidonio, ma credendo essere la gotta un vero ma- 1e fate uso di tutti i mezzi possibili per liberarvene. lo me la passo :sufficientemente bene: - nisi quod pithuita molesta est -. · Vi abbraccio di cuore, e sono 23. V. 0 ¡:¡.e ed amico Ad. 0 Il Turchi trasmette al Paciaudi la lettera d'invito al P. Porro, per la predicazione della quaresima del 1779 alla corte di Parma, e :scrive sull'educazione dei principi. Colorno, 18 maggio 1777. Autografo. PBP, Cart. Paciaudi, 93. Car.mo e giocondissimo amico Eccovi finalmente la lettera d'invito al Pre Porro vostro raccoman– -dato, ed eletto dal nostro R. Infante in suo predicatore per la quare- -sima dell'anno 1779. Ho il piacere di avervi servito, e la sola amicizia, che a voi mi lega poteva tenermi fermo ed immobile nell'impegno gi~ -preso. Ho inteso con molto rincrescimento che abbiate avuto dei forti ~ttacchi di podagra, e non vorrei che vi addomesticaste con questa fie– ·ra capace di farvi passare infelicemente la vita, e tanto piu che non vi {:redo un altro Apollonio, ma un uomo di buon senso, che sa discerni– ·re il dolore dal piacere. Noi ce la passiamo al solito, ed in mezzo alle nostre tenebre vi– -viamo perfettamente tranquilli. Sono pero contentissimo dei miei RR. Allievi, che procuro di formare alla religione non meno che alla so– cieta. Su tale proposito, vi sarei molto tenuto, se poteste indicarmi -qualche nuovo, :facile, e chiaro metodo per insegnare la geografia. lo ·ne ho molti alla mano, ma non finiscono di soddisfarmi. Vivete a voi, ed al bene dei vostri amici, che vi stimano, e vi ama– :no come ben meritate. Vi abbraccio di cuore, e sono e saro sempre il V. 0 Ad. 0 ".28... Adeodato Turchi

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