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4 LA GIOVINEZZA (1724-1759) dopo 185 anni di governo, si avviava, infatti, nella prima meta del secolo XVIII a divenire uno stato autonomo, il piu piccolo d'Italia dopo Lucca e il piu povero. La transizione e caratterizzata da una parentesi di circa un ventennio, solcata da guerre combattute anche sul territorio, gra– vata da passaggi rovinosi di eserciti, inquieta per le continue altalene politiche. Posto a cavaliere tra lo stato di Milano e il granducato di Toscana, a contatto con il ducato estense e il regno di Piemonte, forse perché passaggio obbligato di eserciti, forse perché centro strategico e trampolino di lancio, questo piccolo territorio, che nelle sue 120 miglia di perimetro non racchiudeva che due sole notevoli citta, Parma e Piacenza, aveva scatenate continue contese tra il papato e !'impero. La scaltra diplomazia di Giulio Alberoni con il matrimonio tra Elisabetta Farnese, nipote del duca di Parma Francesco Farnese, e Filippo V re di Spagna, aveva immesso ancora una volta il minuscolo stato nel coro delle voci autorevoli del mondo politico europeo preparandone i futuri destiniª, che dovevano essere decisamente avversi al vecchio titolo di signoria feudale vantato dalla Santa Sede 4 • Infatti, quando il 20 gennaio 1731 moriva il duca Antonio Farnese, ultimo della dinastia, nella lotta tra i due contendenti al possesso dell'alto dominio sul ducato pre– valeva il diritto del piu forte e Carlo di Borbone, il primo dei figli che Elisabetta Farnese aveva avuto da Filippo V, entrando solennemente in Parma il 9 settembre 1732, raccoglieva l'eredita farnesiana come fosse un semplice feudo imperiale. E mentre rin– novava le pretese sul territorio di Castro e Ronciglione, che In– nocenzo X aveva tolto ai Farnese per passarlo alla camera apo– stolica, non si mostrava invece minimamente preoccupato delle proteste che la Santa Sede levava su Parma 5 • La lotta tra Roma e Parma della seconda meta del seco– lo XVIII verra percio eccitata anche da questo stato di cose e ina– sprita poi da molteplici ulteriori sconfinamenti e invadenzeª. Il governo di Cario di Borbone in Parma non fu pero lungo. Gia nel 1736 ne usciva per passare al nuovo regno di Napoli preparatogli dall'ambizione materna, non senza aver prima ap– portato gravissimi mali allo stato ereditato dai Farnese7, che la- 3 E. ROTA, Il problema politico d'Italia dopo Utrecht e il piano antitedesco di Giulio Alberoni, Piacenza 1934; Idem, Le origini del Risorgimento I, Milano 1948, 102-104; G. DREI, op.cit., 259-262. 4 La Quadruplice Alleanza gia nel 1718 ne disponeva, infatti, senza alcun riguardo ai diritti :l'eudali della Santa Sede. C:I'. PASTOR, Storia dei Papi XV, 128. 5 E. CASA, Memorie storiche di Parma dalla marte del duca Antonio Parnese alla dominazione dei Borboni di Spagna (1731-1749), in Arch.Stor.Prov.Parm., n.s. 4(1894) 7-30; PASTOR, Storia dei Papi XV, 681-686; G. DREI, op.cit., 288. 291-292. 6 G. DREI, op.cit., 294. 7 Carlo di Borbone nello stesso anno 1736 faceva passare a Napoli tutte le ricchezze farnesiane, la biblioteca, il museo, la pinacoteca, l'archivio, i cannoni del Castello di Parma, spogliando i palazzi ducali di ogni cosa asportabile, di una in-

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