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XXXVI ADEODATO TURCHI Adeodato Turchi alla Santa Sede (Roma 1938) 1 2, interessa piu il giansenismo italiano in genere per l'ammasso di documenti editi, che il Turchi in particolare, al quale non sono riservati che tre capitoli (da p. 101 a p. 201 in un volume di 1068 pagine!) 1 ª. L'affrettato esame del J emolo nella sua storia generale de Il giansenismo in Italia prima della Rivoluzione (Bari 1928) ha appena sfiorato la questione. Anche dopo questi studi il problema dei rapporti del Turchi col giansenismo rimaneva percio intatto 14 • sarono del Turchi giansenisti contemporanei che non lo stimarono dei loro, dimo– strando che il Turchi non fece parte della R. Giunta di Giurisdizione, né partecipo, comunque alla politica giurisdizionalista del Du Tillot: risalendo pure indietro a mostrare !'opera del Turchi quale provinciale dei cappuccini, spingendosi innanzi a considerare !'opera svolta da lui ne! periodo napoleonico, tutta animata da zelo per gl'interessi della chiesa i>. Cf. anche, tra le piu notevoli, le recensioni di G. Bozzetti,. in Riv. Rosminiana di filosofia e cultura 27(1933) 133; di E. Palandri, in Studi Franc. 5(1933) 372-373; di Melchiorre da Pobladura, in Coll.Franc. 4(1934) 266-267; di V. Soncini, in Arch. Stor. Prov. Parmensi 35(1935) 415-417; vedi anche in [-PLACIDO, DA PAVULL0], Consensi, 166-171. 12 « Non dubiterei di mutare in quest'altro titolo [Un panorama del gianseni– smo ·italiano tra il secolo XVIII e il XIX], come ben piu comprensivo, e sia detto in senso di giusta Jode, queJlo che, nena sua riserbatezza di severo studioso il prof.. D. Pietro Savio ha voluto premettere al suo monumentale volume di oltre 1000 gran– di pagine in ottavo... ». T. PIATTI, in Vita e pensiero 29(1938) 455. 13 Scrive Agostino Saba, che !'A. « ha raccolto in questo volume un materiale· abbondantissimo da! quale appare la figura del Turchi devotissima alla Santa Sede, e ispirata alle massime della chiesa nelle sue opere catechistiche, nella sua attivita. di scrittore e apologista, nella scuola e ne! suo vasto aposto!ato missionario di ora– tore fecondo. Mons. Turchi e, contro ogni inesatta interpretazione, un forte anti– giansenista ». Cf. La Scuola Cattolica 64(1938) 755-756. Giudichiamo, tuttavia, di maggior profitto per il lettore riportare il giudizio• di un censore assai piu scrupoloso: « Operis pretium ducimus praeprimis res in li-– bro contentas summatim attingere, quia voluminis titulus eas plane et recte non indicat. Argumentum operis potest in duas partes dividi: in priori quidem parte quaestiones aliquae pertractantur, quae plus minusve ad personam et operositatem episcopi parmensi A. T. attinent (p.1-202). Profecto usque ad pag. 102 semel tan– tum - excepta introductione (p.1-5) - eiusdem nomen invenitur, at negari non potest argumenta trium capitum, scil. de cathechismo, de libris edendis, de scholis– potissimum apta esse ad operositatem A. T. aptius intelligendam. In cap. IV Auctor, testimoniis iansenistarum innixus, ostendit quam longe eius doctrina ab eorum pla-– citis distaret, cum et ipsi quasi ducem antiiansenistarum illum denuntiarent (p.103- 130, praesertim vero p.125-130). Accedit cap. V, in quo Homiliae episcopi parmensi tam litteraliter quam doctrinaliter, maxime autem apologetice, pertractantur (p.131-- 179). Tandem in cap. VI (p.187-201) editur textus Homiliae, quae de veneratione erga Ecclesiam catholicam agit. Neque silentium praetereundum est inveniri cata-· logum singularum editionum Sermonum illius (p.179-185). Pars altera (p.202-104.¡i) exhibet textum sexcentorum septuaginta septem do– cumentorum, quae acta et facta iansenistarum italicorum respiciunt, exceptis vero n.617-618 aliisque duobus ve! tribus, quae obiter A.T. memorant (p.426, 473); haec– documenta, aliaque non pauca, in notis edita ve! significata, nihil nos docent de illo– praeclaro viro... ». MELCHI0R A POBLADURA, in Coll.Franc. 9(1939) 110-112. Vedi anche A. PELZER, in Rev. hist. ecclés. 34(1938) 685-686. 14 A proposito della imputazione di giansenismo, che il Piatti dice « franca– mente curiosa » e « mossa recentemente alla memoria del Turchi, quasi sia stato· ai suoi tempi un favoreggiatore e simpatizzante dei giansenisti » (cf. Vita e pen– siero 29[1938] 459), ma che giustamente il Jemolo chiama « ripetizione di una vecchia accusa fatta di recente da certo libretto » del Simoni (cf. Riv. Stor. !tal. 2[1933] 668), giova forse riportare la difesa che il Simoni stesso avanza contro i suoi oppositori, non senza aver prima raccolte in due dense paginette le t~stimo– nianze di una decina di autori (nessuno dei quali utilizzati dai suoi avversari) e che vanno da Cario Botta a Lodovico von Pastor, tutti attestanti piu o meno accentua– tamente l'accusa di giansenismo mossa al cappuccino: « Dunque - scrive il Simoni -·

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