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INTRODUZIONE XXXIII fondamento di ricerche minuziose e varie, seguire in lui la lenta accettazione delle nuove idee e discutere le ragioni per cui nondi– meno queste idee non fecero di lui un autentico seguace dell'una o dell'altra corrente. E doveva nel tempo stesso tenere conto e dello spirito e della gradazione con cui avvenne questa accettazione delle idee, per tentare di tracciare un abbozzo fisionomico sul quadro troppo cangiante delle correnti del secolo. Chiarimenti preziosi ci vennero offerti dalle stesse condi– zioni politiche ·1e culturali in cui venne a trovarsi, oltre che l'Italia in genere, il ducato di Parma in particolare all'indomani del trat– tato di Aquisgrana ( 17 48). Parma sotto Filippo di Borbone (1749-1765) e nei primi anni del ducato di Ferdinando (1765-1802), o meglio sotto il governo di Guglielmo Du Tillot (1759-1771), fu citta colta e fiorente. Era considerata l'Atene d'Italia 4 • Un'Atene in verita piu francese che italiana: diciamo pure una piccola Parigi, che aveva la sua Versailles a Colorno, antica rocca feudale divenuta luogo di delizie e reggia borbonica, tante volte cantata dal Frugoni. C'erano piu di quattromila francesi a Parma, e vi si parlava francese; vi si godeva, a dire del Casanova, « un mauvais mélange de liberté fram;aise et de g,ene espagnole » 5 • Nel 1757 era stata fondata l'Accademia di Belle Arti; nel 1768 fu inaugurata la nuova Uni– versita, e nel 1769 la Biblioteca Palatina; nel 1770 il duca pro– mise un'annua medaglia d'oro al miglior autore di tragedie o commedie in versi. Nel famoso Collegio dei Nobili, che sino al 1768 fu in mano dei gesuiti (ai quali il Du Tillot sostitul gli scolopi), insegnarono il Belgrado, il Roberti, il Granelli e il Betti– nelli : ne uscirono Pietro Verri e Cesare Beccaria. La corte aveva suo filosofo il Condillac, predicatore Adeodato Turchi, poeta il Frugoni, istoriografo l'Affo, bibliotecario il Paciaudi, tipografo il Bodoni, architetto il Petitot. Fiorirono inoltre a Parma il filosofo Deleyre, l'orientalista Bernardo De Rossi, il grecista Pa– gnini, il Venini, l' Amoretti, il Rezzonico, il Mazza, il Keralio, lo storico Millot, lo scultore J.B. Boudard 6 • 4 Come tale celebrata da Vincenzo Monti: « Perocche, duce ed auspice Fernando D'un Pericle novel l'opra e il consiglio, E la beltade, l'eloquenza, il senno D'un'Aspasia miglior, scienze ed arti, Che le citta fan belle e chiari i regni, Suscitando, allegrar Febo e Sofia ». Cf. Dedica alla Marchesa Anna Malaspina dell'edizione bodoniana del!'Aminta di Torquato Tasso (Crisopoli [Parma], Impresso co' caratteri Bodoniani, 1789). 5 J. CASANOVA, Mémoires II, Paris, Garnier Freres, s.d., 202. 6 G. NATAL!, Il Setteeento, 20-21; cf. anche G. CARDUCCI, Del Risorgimento italiano, in Opere XVIII, Bologna 1937, 26. - Gli studi teologici in un'altra citta <leila penisola, avrebbero senza dubbio assicurato al Turchi un arricchimento per una scienza piu viva e piu penetrante del dogma cristiano. Ma in Italia poche citta attorno alla meta del sec. XVIII potevano alla pari di Parma, iniziarlo ai gravi problemi intellettuali, economici, sociali e religiosi, che indicavano al secolo l'evo– luzione con:fusa della storia; di qui que! precoce senso di modernita ne! suo pen- *** Adeodato Turchi

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