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XXXII ADEODATO TURCHI nismo italiano, alla storia delle riforme ecclesiastiche e alla storia della rivoluzione francese in Italia, ma giova altresi a mostrare in concreto come l'accettazione delle idee del secolo nel mondo ecclesiastico avvenne con spirito affatto diverso e con gradazioni molteplici secondo le tendenze personali di ciascun uomo di chiesa aperto ai nuovi tempi. E trattandosi del piu celebre degli oratori sacri italiani del secolo XVIII; la nostra fatica viene a gettare nuova luce anche sull'evoluzione della sacra eloquenza 2 • Raramente nel passato le condizioni della chiesa cattolica erano divenute cosi di:fficili come nella seconda meta del secolo XVIII e nel trapasso dal XVIII al XIX secolo. La maniera di pensare e di sentire con le núove idee progrediva infatti vitto– riosa su tutta la linea, travolgendo nella sua corsa ogni aspetto della vita. Se la penetrazione di molteplici e duttili concetti illu– ministici nel mondo ecclesiastico era un fenomeno notevole soprat– tutto nell'alto clero che frequentava salotti e conversazioni, e nei religiosi che calcavano i pulpiti cittadini e le cattedre universi– tarie, le discussioni sulle idee giansenistiche, gallicane, giurisdi– zionalistiche erano invece una manifestazione comune nell'alto e basso clero, nei seminari e nei conventi. Le une e le altre idee miravano pero egualmente a fare piazza pulita di molti fradici vecchiumi e a suscitare nuove energie, raggiung,endo non di ra– do la stessa meta per vie diverseª. Ora, per abbracciare con un solo sguardo comprensivo la vita di un uomo come Adeodato Turchi, che impersonava, staremmo per dire, due mondi l'un contro l'altro armato, e per capire nella sua vita quei contrasti che rendevano sospetta la sua buona f ede, ne risultava pér lo storico un compito doppio: egli doveva sul 2 Recensendo l'opera di Pietro Savio (Devoz~one di Mgr. Adeodato Turchi ali.a Santa Sede, Roma 1988), Tommaso Piatti nota che « il nome ve:p.erato di mons. Tur– chi esce dal dotto studio, accresciuto di un alone di importanza storica che riuscira. una sorpresa per molti, e proprio come quello del pi~ zelante op¡iositore delle torve mene dei novatori del suo tempo>. Cf. Un panorama del giansenismo italiano, in Vita e p•ensiero 29 [1988] 459. Giova, tuttavia, notare fin d'ora che l' i m p o r ta n z a s to rica della figura del cappuccino, non appare soltanto, e neppure principal– mente, in connessione con il fenomeno giansenista. Le sue vicende permettono allo storico di studiare, come in pochi altri uomini di chiesa del suo tempo, tutta la parabola della vita ecclesiastica del secolo. XVIII e inizio del XIX; parabola che parte dal vecchio modo di sentire e operare religiosamente, che subisce col maturare del secolo e sotto specie di progresso e di aggiornamento, gli influssi del gianseni– smo e del razionalismo, finché davanti al cumulo di danni arrecati alla religione e alla societa. dalla nuova mentalita., volge ad operare efficacemente per riportare · la societa. sotto la primitiva autorita ecclesiastica e civile, preparando cosl. la re– staurazione político-religiosa dei primi decenni del secolo XIX. 3 Sul valore di questi influssi sugli uomini di chiesa, si veda la controversia intercorsa tra S. Merkle (Die kathol:ische Beurteilung des Aufkliirungszeitalters, Berlin 1909), A. Rosch (Ein neuer Historiker der Aufkliirung, Essen 1910) e J.B. Siigmüller (Wissenschaft und Glaube in der kirchl-vchen Aufkliirung, Essen 1910). E' fuori dubbio, comunque, che non tutto era biasimevole nella tendenza riformistica dell'epoca. Nel Turchi, vedremo, tale tendenza si svolgera in una mentalita, che a volte sembra echeggiare quella del Muratori (1672-1750), a volte invece sembra an– ticipare quella di Enrico Ignazio Wessemberg (1774-1860), vicario generale di Co– stanza, i rappresentanti piu noti e tipici del riformismo cattolico, rispettivamente per l'Italia il primo, per i paesi di lingua tedesca il secondo.

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