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INTRODUZIONE Gli studi storici sul Settecento italiano ormai non si contano piu. Nel presentare questa monografia non abbiamo percio la pretesa di venire a colmare un gran vuoto nella storia del secolo dei lumi; abbiamo tuttavia coscienza di non aver fatto un lavoro inutile, ma di aver recato alla oggettiva conoscenza di que! secolo anche noi il nostro contributo. A intendere gli avvenimenti, i co– stumi, le idealita sociali e religiose, i valori umarii d'un secolo portano grande aiuto anche i personaggi minori, che sono come la voce del loro tempo e le cui opere sono documento prezioso della storia delle idee e dei sentimenti allorá dominanti. L'aver messo la figura di .Adeodato Turchi nella genuina luce storica 1 rende infatti utili servigi non solo alla storia del gianse- 1 II Codignola (cf. Carteggi d-i giansenisti liguri 11, 139 n. 2) definisce il Turchi « una figura molto discussa anche dalla ·critica. contemporanea ». Omero Masnovo (cf. Enciclopedia italmna, XXXIV, Roma, Treccani, 1937, 534) scrive in• vece che: « ancora .non e stato ben fissato il posto che· egli [Turchi] occupa nella storia politica del tempo, quale scrittore politico e quale consigliere del duca di Parma, da cui era molto ascoltato »; e mentre Pietro Savio (cf. Clero francese, in L'Ital. Franc. 8[1933] 301) parla del Turchi come di una figura « oppressa da so– verchio di stampa », Melchiorre da Pobladura lamenta: « Nobis adhuc deest opus tanto viro dignum, quod vitam, doctrinam ,multip,lfoemque eilus dperositatem ratione stabili firmaque describat ». Cf. Coll. Franc. 9(1939) 111. Questi cenni bast~no per far capire al lettore, come presso gli studiosi esi– sta, diciamo cosi, un « caso Turchi » da risolvere; e non solo per le vicende inerenti alla vita e alla mentalita del cappuccino, ma anche per la sua produzione letteraria, come mostrano queste altre testimonianze. Cosi nel 1904, nel primo centenario della sua · morte, si scriveva: « I suoi immensi pregi [letterari] per altro non poterono impedire l'oblio o almeno la trascuranza in cuí e caduto presso i posteri. Giova pero aperare che queste feste centenarie e piu ancora· l'augusta parola del sommo pontefice Pio X, il quale, parlando su! principio della corrente Quaresima agli ora– tori di Roma, ebbe a dire: fa d'uopo tornare al _Turchi; giova sperare, dico, che potranno iniziare un salutare movimento verso le opere di un tanto Autore ed in– coraggiare qualche editore ad intraprendere la ristampa delle sue sublimi omelie, non pochi squarci delle quali possono sostenere il confronto dei piu poderosi oratori di cui si abbia memoria». [O. SALAVOLTI], Cenni biografi,ci, in La Realta, 9. Piu notevole, tuttavia ci pare· quanto Paolo Lingueglia nel 1933, in occasione della stampa del saggio Adeodato Turcki fu giansenista?, scriveva. all'autore Placido da Pavullo: « 11 Turchi non e ancora entrato nella letteratura italiana migliore del secondo Settecento, eppure se lo merita. Scritti come la larga citazione che Lei ri– porta a pag. 13 téngono un posto magnifico tra · i prosatori italiani, nuovi, antiac– cademici, arguti, scorrevoli, di buona lingua a parte qualche francesismo piii cor– rente al tempo dell'autore. Ella, caro Padre, che lo conosce tanto bene, deve curarne un'antologia di 200 o 300 pagine che non potra mancar di piacere e far del bene; Turchi fu realmente uomo di precoce modernita nel senso buono. Non dico di ristam– pare le opere, ma una larga giudiziosa antología ci vuole, e un atto di giustizia sotto ogni aspetto e riguardo ». Cf. [PLACIDO DA PAVULLO], Consensi, in Boll. Stor. Bibliogr. Franc. 5(1933) 162. Dette parole parvero di notevole buonsenso anche al Gior, stor. della lett. ital, 104(1934) 331, Cf. G. PREZZOLINI, Repertorio bibliografico della stori,a, e della critica della lett. ital. 11, New York 1946, 257.
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