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186 IL PENSIERO RELIGIOSO un vero fermento giansenistico 22 ; tanto piu che il giansenista italiano solo eccezionalmente ha la voce fredda del teologo, e forse neppure allora esprime chiaro e preciso nelle parole quanto egli sente inespresso nei desideri2ª. Piu ancora poi e difficile stabilire un taglio netto quando questo uomo e sostanzialmente un oratore e solo di rado e incidentalmente tocca punti di teología speculativa. Cosi, in luogo di trattazione sistematica fra la natura e la grazia e questioni teologiche, nel Turchi non si trovano che punti di vista frammentari, postille, allusioni. Anziché partire dallo studio comparativo dello stato primitivo dei nostri progenitori e di quello decaduto, nella dottrina della grazia egli parte da una con– cezione agostiniana rígida, e nella prassi ascetica da una pieta intesa con rigore e nudita evangelica, e s'orienta direttamente sull'eccellenza e onnipotenza della grazia di Gesu Cristo. Di qui, quell'alto senso di cio che e la grazia nell'economia della vita religiosa e quel certo pessimismo intorno alle forze dell'uomo, comune, d'altronde, anche a uomini e scuole d'indubbia orto– dossia24. Anche solo una sommaria radiografia spirituale dei suoi at– teggiamenti oratori, rivela pero che in questa adesione all'ago– stinismo il cappuccino non s'arresta neppure di fronte alle af– fermazioni che piu ferivano la coscienza moderna: l'inanita de– gli sforzi individuali, se non soccorre la grazia gratuita, distri– buita da Dio senza previsione dei futuri . meriti ; la condanna anche delle piu alte e venerate figure morali dell'antichita, co– me Socrate, Platone, le cui virtu sono considerate vizi masche– rati25; la perdizione dei neonati premorti al battesimo 26 • « Che cosa e l'uomo, o signori, senza la grazia di Gesu Cristo? Egli e un corpo senz'anima. Ha gli occhi e non vede, delle maní e non opera, dei piedi e non puo muovere un passo. L'intelletto e privo di lume, spogliata di forza la volonta, e tutto l'uomo non e capace di fare il piu piccolo bene che conti per l'eterna vita avve- 22 E non e errato scrivere che il giansenismo italiano per meglio ripararsi dai colpi degli avversari cerco asilo sotto questa concezione teo]ogica agostiniana rigida. Cf. C.A. JEMOLO, op. cit., 129-183. 23 G. CACCIAT0RE, S. Alfonso de' Liguori e il giansenismo, 101-176; E. DAMMIG, Il movimento giansenista a Roma, 26-28. 24 Ne! Turchi sappiamo pero che tali sentimenti entrarono in gran parte at– traverso la letteratura giansenista, piu ancora che semplicemente agostiniana, come ha dimostrato l'esame delle fonti della sua oratoria. 25 « Perdonatemi, o signori, se vi diro francamente col padre S. Agostino, di non aver mai potuto comprendere con qua! diritto i gentili fi!osofi, senza punto ec– cettuare né Socrate, né Platone, arrogarsi potessero il pregio d'uomini onesti... >. Op, oompl. XVIII, 19: Rispetti wrnani. - « Non puo negarsi che molti savi del paga– nesimo non abbiano esercitate in sommo grado ed eroico le piu utili virtii. sociali... Erano queste grandi e luminose virtii.; e pure non dubito il padre S. Agostino di chiamarle senza eccezione tutte false e bugiarde. Peccavano nel loro principio, pec– cavano ne! loro fine. Incominciavan dall'uomo e finivano nell'uomo: ma nell'uomo guasto e corrotto... ». Op. compl. XVIII, 78-79: La religione cristiana quanto utile al pubblico bene. Altri luoghi analoghi in Op. compl. VI, 151-155: Onesta morale; XIII 97-98: Senza religione non pito darsi vera filosofía. 26 Op. compl. XVI, 62: Timor di Dio.
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