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184 IL PENSIERO RELIGIOSO Anche solo da questo risulta chiaro che il Turchi non fu de– voto di Giansenio e di Saint-Cyran. Ma cio non ha impedito che la sua predicazione fosse sottilmente pervasa da qualche venatura di spirito giansenistico, quale era inteso dai contemporanei in Italia 11 , e quale e inteso oggi dagli storici dell'eresia portorealista italiana. L'oratore cappuccino lascia infatti sentire di frequente il tono degli Essais del Nicole 12 , dell'Institution d'un prince del Duguet1ª della Morale cristiana del Floriot14, della Regala dei costumi del Gerberon 15 e delle stesse Réflexions morales del Ques– nel (benché meno frequentemente quest'ultime), libri che conte– nevano le applicazioni pratiche piu vistose della dommatica di Giansenio 16 • E se va riconosciuto che egli fu sempre abile nel trarre quanto gli occorreva da questi autori, naturalmente cio non poté sempre avvenire senza palesamento dello spirito portoreali– sta che in essi circolava. Comunque si riguardi, la presenza di questo fermento gianse– nista nella predicazione del Turchi e controllata, ma concorse senza dubbio a dare alla sua parola quella tendenza apparentemente un po' eccentrica e sorniona, che ha ;fatto credere che odorasse di calunnia accusarla di equivoco giansenista 11 • Del resto l'usbergo dell'agostinismo rigido permise all'oratore di ripararsi dall'accusa, facile d'altronde da incorrere in quei tempi, di essere fautore del– la dottrina di Giansenio. Il movimento suscitato dal vescovo d'Ypres toccava il nucleo piu intimo del cristianesimo: la questione sul rapporto fra natu– rale e soprannaturale 18 • Leggendo S. Agostino unilateralmente e con gli occhi di Baio, l'autore dell' Augustinus aveva accettato 11 II Degola si associa al Sopransi nell'affermare che nella predicazione gio– vanile il Turchi insegno sempre « une doctrine si conforme a la sévérité de l'évan– gile ». Cf. E. CODIGNOLA, Carteggi giansenisti liguri 111, 339. 12 Cf. H. BREMOND, Histoire littéraire du sentiment religieux en France IV, Paris 1920, 418-588. 13 Su! Duguet (1649-1733), appellante, « il piu nobile giansenista della se– conda generazione » (cf. F. RUFFINI, La vita religiosa di A. Manzoni I, Bari 1931, 248), autore tra i preferiti dai nostri giansenisti e una delle fonti piu frequenti del Turchi, vedasi: SAINTE-BEUVE, Port-Royal IV, 19-74; CHETELAT, Étude sur Duguet, Paris 1879; H. HURTER, Nomenclator IV, ce. 1127-1131; A. INGOLD, Dict. théol. cath. IV, ce. 1858-1859; E. PRECLIN, Les jansénistes du XVIII' sieüle, passim, e del mede– simo: L'influence du jansénisme ii l'étranger, in Revue historique 182(1934) 45; F. RUFFINI, op. cit., passim. 14 Cf. A. GAZIER, Histoire général du mouvement janséni!ste 1, 173. 15 Cf. FILLIATRE, Gerberon, bénédictin janséniste du XVII' siecle, in Revue historique 146(1924) 1-54; A. GAZIER, op. cit., passim. 16 II giansenismo italiano e infatti piu debitore al Nicole, al Quesnel, al Du-, guet, al Febronio e ai redattori delle Nouvelles ecclésiastiques, che agli stessi fon– datori del movimento. Cf. B. MATTEUCCI, Scipione de' Ricci, 55-60; P. SAVIO, Devo– zione di Mgr. A. Turchi, 204. 17 « ... Eiusque iansenismum nihi aliud fuisse, quam quorundam malevolorum atque improborum hominum calumniam et obtrectationem ». MELCHIOR A POBLADURA, Historia generalis 111, 559; G. CIGNO, G.A. Serrao e il giansenismo nell'Italia me– ridionale, 313. 18 Cf. F. LITT, La question des rapports entre la nature et la gráce de Baius au synode de Pistoie, Louis-Daisne 1934; J.V. BAINVEL, Nature et surnaturel, Paris 1920.
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