BCCCAP00000000000000000001361
STILE 181 vita, morte, ipocrisia. Anche il Turchi si sara detto, come aveva gia detto a se stesso il Segneri per il suo secolo : io mi propongo di provare ogni volta una verita cristiana e di provarla davvero. Ma appunto per questo avra capito che bisqgnava provarla in altra maniera, parlando la lingua della propria eta e mostrando la verita da quel lato da cui poteva essere meglio veduta 119 • E allo stesso modo ammise neologismi e innovazioni nella lingua ita– liana perché questi gli permettevano maggiore brevita e conve– nienza, non gia per sola aff ettazione o ·frivolezza 120 • II lamento nostalgico dei puristi e dei neo-classicisti che si profondevano in una letteratura fiacca e sfiduciata, ma ancorata ai canoni del Trecento, puo oggi sembrare una larvata pigrizia in una societa tutta tesa ad arricchirsi coi nuovi ritrovati lette– rari, artistici e scientifici delle nuove correnti intellettuali e sen– timentali. In verita, bisogna riconoscere che i prosatori italiani del Settecento, snodando il troppo avviluppato periodo classicheg– giante foggiato sui periodoni del Boccaccio e del Bembo, per emu– lare l'agile scioltezza della prosa francese, giovarono all'ulterio– re svolgimento della nostra prosa 121 • II motto del secolo era: cose e non parole ! Venne prevalendo, insomma, una prosa disinvol– ta e sostanziosa, che purgata da certe goffaggini, doveva dare origine, in certo qual modo, alla prosa moderna 122 • Né va dimenticato, inoltre, che l'oratore nasce apposita– mente per il suo secolo, perché e appunto il genio del suo secolo che forma, sviluppa e consolida con l'oratore !'arte del dire, giac– ché l'eloquenza che vuol essere veramente efficace assume il co– lore e il tono della societa in mezzo alla quale vive ed a cui si dirige. Per tutto questo le Prediche a corte restano un imponente monu– mento letterario della eloquenza sacra nell'Italia del Settecento. 119 Cf. R. LAMBRUSCHINI, Quaresimale del P. Paolo Segneri e Prediche al/a corte di monsignor Adeodato Turchi, in Antologia, 27 (sett. 1827) 60-61, e anche in Discorso intorno ai bisogni presenti dell'eloquenza sacra italiana, Milano 1833. 12 º F. TORTI, Antipurismo, Foligno 1829, 162-165. 121 Attorno al 1830, Giuseppe Baraldi pareva scandalizzato che il Turchi aves– se scritto a Lodovico Antonio Loschi parole come le seguenti: « Dateci per carita un libro che senza gli arzigogoli toschi contenga la buona lingua italiana, e sia pieno di cose piacevolmente istruttive, onde metterlo con sicurezza in mano dei giovani per insegnare ad essi la lingua del loro paese. Io cerco' invano un tal libro tra i nostri scrittori ». Turchi al Loschi, 19 genn. 1778, in PEZZANA, Memorie del Turohi, f.VI , mss. PBP. 122 G. NATALI, ll Settecento, 1128; M. PUPPO, L'illuminismo e le polemiche sulla lingua italiana, in La Cultura illuministica in Italia, 222-232.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz