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178 LE OPERE intravedere un esame personale piu approfondito degli scritti del nostro oratore e non gia bilanciato esclusivamente su quelli del passato 109 • Noi ci limiteremo a poche osservazioni frutto del nostro• diligente studio condotto sulle Prediche a corte, alla nuova luce nella quale abbiamo presentato l'autore, e che possono servir.e di guida. a chi volesse, sine ira et studio, trattare ex-professo l'argomento. Riteniamo innanzi tutto opportuno notare che chi curo l'edi– zione dell'opera del Turchi 11 º non tenne alcun conto, come sareb– be invece stato desiderabile, della cronologia e della successione delle prediche nelle diverse quaresime tra il 1770 e il 1776. Ora il variare e la discontinuita di stile che si riscontra tra una pre– dica e l'altra nella lettura continuata delle Prediche a corte, cela di sovente la differenza di anni, quando addirittura di decenni, come accade per le prediche del vecchio Quaresimale degli an– ni 1759-1768, passate tra quelle tenute alla corte. Eguale sfavore· tipografico era del resto gia caduto sul Bossuet, anch'egli accu- .sato d'incostanza di stile 111 • Oltre a cio va tenuto presente che nella stragrande maggio– ranza le Prediche a corte sono state composte in un tempo rela– tivamente breve e per essere recitate una sola volta 112 ed e man– cato loro il labor limae e piu ancora la lima incessante dell'uso, che avrebbe potuto apportare la desiderata maggiore proprieta e castigatezza di lingua 113 • Inoltre, se e veramente da ammirare· la rara fecondita oratoria del cappuccino che tratta con tanta copia argomenti mai sviluppati né dall'oratoria francese, né da quella italiana e tanto meno dall'inglese, e talora in materia ap– parentemente aridissima, era tuttavia ovvio aspettarsi che non potesse essere in tutto e sempre egualmente felice 114 • scopre contraddizioni « ed una certa amarezza d'animo generata probabilmente daI modo diverso di pensare di questi due soggetti ». Eguali contraddizioni e amarezze si riscontrano anche nel Maury e nell'Audisio, per non citare che i maggiori. Cosl il Ticozzi (cf. I secoli della lett. ital. II, 388), dopo aver echeggiato il giudizio del– l'Ugoni, protesta di aver « senza amore e senza odio parlato dell'oratore sacro». 109 E. SANTINI, L'eloquenza· italiana, 197-210. 110 Fu incaricato da! Turchi stesso il P. Fortunato Mussati di Modena, gia. suo segretario, coadiuvato da! consigliere di stato Giuseppe Pelleri e da Antonio Ghidini e Antonio Tarchioni, amici del Turchi. Il poeta Angelo Mazza curo ·il Mani– f esto tipografico. Cf. Notizie di vecchia data [del Convento di Parma] (1800-1840),. f.4, mss. in APC. 111 Cf. CESAIRE DE TOURS, L'apotre séraphique [manuale di eloquenza], Paris 1919, 80-81. 112 Il cappuccino doveva preparare oltre 25 prediche all'anno. Il numero non sembrera trascurabile, se si pensa che al Segneri le prediche costavano « comune-· mente da un mese l'una ». Cf. E. SANTINI, op. cit.. 114. 113 Come abbiamo gia notato, anzi che pensare a questa ripulitura, il Turchí pensava a fondere tutta la sua predicazione a corte in un trattato di política cri– stiana. Cf. PEZZANA, Memorie VII, 267. 114 Inoltre il P. Fortunato (responsabile principale della edizione delle Pre– diche a corte), fu evidentemente piu preoccupato di dare alla luce quanto restava. di inedito del Turchi, che di farne quella scelta giudiziosa tra cio che meritava e cio che bisognava lasciar cadere in dimenticanza, come aveva gia espresso l'oratore· ne! testamento del 1796 (cf. copia in APC, f.5}, e ripetuto in quello del 1803 ( « ... Ab– brucii tutto cio che lo merita e non rilasci per le pubbliche stampe che cose meri– tevoli ». Parma, Arch. Notarile, A. Righini 1770-1803 n.551, f.28v).
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