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COMPOSIZIONE 175 le ben ordinate societa civili con le loro virtu e obbligazioni na– turali. L' oratore non mette con cio in dubbio l' origine divina della chiesa e la vita soprannaturale 94 • Antiscolastico ed eccletti– co, egli imposta il processo d'esposizione ai grandi classici del– l'apologetica dell'immanenza: Pascal, Abbadie, Bossuet. Come lo– ro tende a mettere al primo piano le prove interne della religio– ne e solo raramente le prove esterne scritturistiche, storiche e fi– losofiche usate invece dal metodo scolastico 95 • Una sola volta, a quanto ci consta, abbandona apertamente questo metodo per tentare sul pulpito la via della speculazione, ma pare conscio lui stesso della insufficienza delle sue forze 96 • Di sovente sem– bra tentato a spogliarsi della divisa di oratore per indossare quel– la di catechista, per ridurre le .prediche a « semplici e sugose istruzioni ci religione e di morale » 97 , ma di fatto rimane sempre oratore serrato e logico. Si astiene dalla collera e dall'ira, ma sa usare opportunamente l'ironia e il sarcasmo 98 • Nonostante i modi schietti e franchi, parla pero alla sua udienza con molta delicatezza e finezza 99 • Si possono infatti trovare nelle sue predi– che degli esempi di compitissimi complimenti fatti al suo pub– blico1ºº. Quelli particolarmente rivolti a don Ferdinando, davanti al quale parlava, ci mostrano come da tali sentimenti fini e de– licati non sia mai disgiunta la religiosita. Ecco nella predica Morte dei grandi : 94 Per questa via il Turchi riesce ne! suo intento di rivendicare la religione dai colpi inflitti dai filosofi del secolo, senza tuttavia dissimulare la divinita della sua missione, come facevano invece gli oratori francesi della seconda meta del sec. XVIII. Cf. G. Auorsro, Lezioni di s. eloquenza II, 574-575. Ma anche senza cadere in quella forma aberrante di apologetica « m o de r nis tic a » di cui parla R.R. PALMER, Cath. and Unbelievers in Elghteenth Century France, Princeton 1939. Anzi, come vedremo piu avanti, il Turchi apre la strada alla vera a p o I o ge tic a m o d e r n a e alla e o n f e r e n z a . 95 Osservazione gia avanzata da [A. MASN0V0], Il pensiero di A. Turchi, in Realta, f.6. 96 Op. compl. VII, 34: Spiriti forti: deboli nella [u.singa della lor persuasione. Riesce, infatti, piu efficace quando dimostra che !'ateísmo non puo essere frutto della ragione, ma bensi una conseguenza della corruzione del cuore. Op. com:pl. VII, 9-11: Spfriti forti: si mostra la lor debolezza per le passioni del lorn cuore. 97 Op, compl, VII, 77: Mezzi per aver sempre una buona coscienza. Cf. anche Op. compl. VI, 53: Maldicenza III; Op. compl. VIII, 11: Frequenza dei sacramenti. 98 Queste, pero, sono assai piu sensibili e forti nelle O m e I i e e negli In - d u I t i . « Le tigri stesse si stancano pur qualche volta di uccidere e di sbrauare e sazie che sono e di carni e di sangue, diventan meno crudeli. Ma una tigre non e un filosofo! » Op. compl. III, 89: Indulto quaresimale del 1795. 99 Ecco ne' Ln causa, dei poveri, come tiene colloquio con il « s i g n o r r i e e o»: « Voi dnnque, o signar ricco, vi credete... Non e cosl? Perdonatemi: siete in errare per questa volta.., Ditemi, o signar ricco, la carita fraterna non e un precetto? Sl: a!\zi · la somma ed ll compendio... Forse... ? Forse... ? No, miei signori ». Op. compl, ~V, 6-7, - Anche quando discute coi filosofi mantiene sempre grande delicatezza. Non e, percio, corretto scrivere ch'egli « s'accapigliava » e « ca,– lunniava » con~inuamente i filosofi che non andavano alla chiesa ad ascoltarlo, mentre risparmiava individui piu corrotti e pericolosi. Cf. PEZZANA, Memorie VII, 275. 291-292; C. UG0NI, Della lett. ita/'.. II, 176-178; F. SALFI, Manuale di storia della lett. ital., II, 216-217; L. CuccET'TI, in Bio.grafia degli italiani illustri, VII, 272; G. CANTU, Storia degli Italiani, V, 695; G. NATAL!, Il Settecento II, 1139. ioo Cf. ÜTTAVIAN0 DA SAV0NA, Lezioni di sacra eloquenza III, 41-42.

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