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LE FONTI 159 te all'intelligenza di tutti, spiegazione opportuna ed accorta del costume, svolgimento palese delle tendenze del cuore 11 • Tuttavia, le molteplici esperienze di uomini e di cose, una vastissima conoscenza letteraria, hanno reso possibili al Turchi temi assai piu vasti e quadri assai piu completi che non nel fran– cese, e la trattazione e lo svolgimento di quanto nel Massillon spesso era semplicemente enunciato o promesso. Il cappuccino penetra nei vizi e nelle abitudini cortigiane e sociali del suo tempo con una comprensione e una modernita che non si ritrova in nes– sun altro oratore 42 • Anche gli argomenti sono in gran parte nuo– vi e sconosciuti non solo al Massillon, ma all'oratoria in genere: Il solo vangelo puo formare i veri filosofi, Amor'e deUe novita, Le impressioni, lmpegni, Custodire i segreti, Curiosita, Tran– qwillita vera e fals'a, Falsa gloria, La causa dei poveri:, Passione di farsi ricco, Antigeni, Servi che fanno da pad'roni... Occorre, percio, concludere che il Massillon non e in defini– tiva che una delle innumerevoli e disparate. fonti a cui si e ab– beverato il cappuccino nella sua formazione oratoria. 4. LE FONTI. Interessandoci della genesi dell'eloquenza sacra del Turchi non e infatti possibile seguire lo schema tradizionale e schierare la Scrittura, i Padri, la liturgia e poi, in fondo, gli autori pro– fani, come ordine gerarchico delle fonti che l'hanno ispirata. An– zi, diciamo subito che il cappuccino non fa grande uso della Scrit– tura e dei Padri. Non poche volte e l'una e gli altri entrano nella 41 Cf. G. ANT0NELLI, nella Prefazione alla Biblioteca classica d'i oratori sacri I, Venezia 1837, XIV. - La teorica del Turchi insegna, pero, che il sentimento non <leve sopraffare il buon senso. Cf. lett. al Cera ti: Colorno, 27 aprile 1777. Coll. Lombarwi, Colorno. Cosi l'oratore sostiene che e un errore credere « che l'ingegno sia cosa rara, ed il buon senso una cosa affatto comune, quando egli e tutto l'op– posto. L'ingegno, che immagina, che inventa, che raffina, e una cosa volgare; ma il buon senso, che esamina, ch'cl paragona, che riflette, e non si determina se non e appoggiato a buone ragioni, e rarissimo al mondo... ». Op. compl. VIII, 109-110: Non precipitare ne differire troppo le piu importanti risoluzioni. Anche negli argo– menti morali, o apologetico-morali, egli cerca percio di convincere l'intelletto con ragioni comuni, sebbene fosse convinto e lo dicesse pure frequentemente, che il male era ne! cuore e che taluni si dicevano increduli perché erano empi. Cf. OTTA– YIAN0 DA SAYONA, Lezioni di sacra eloquenza II, 429. Tuttavia, ne! 1800, alla vigi– lia della comparsa del Génie du christianisrne del Chateaubriand, dopo aver per– corsa tutta la parabola del secolo XVIII e quando la sua oratoria aveva ormai as– sunto una intonazione ancora piu intima, paterna e quasi romantica, il vecchio oratore confessera che « le ragioni hanno poca forza sopra coloro che abusano della ragione », concludendo che « il sentimento vale ordinariamente piu che non val la ragione ». Cf. Op. comp.l. XII, 30: Omelia sugli increduli III. Vedi piu avanti il capitolo sulle omelie 42 OTTAYIAN0 DA SAYONA, Lezioni di sacra eloquenza 1, 451.
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