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158 LE OPERE Prima di passare all'esame di esse, stimiamo pero conve– niente premettere una questione di qualche importanza. 11 con– fronto tra le Pred'iche a corte del Turchi e il Petit-Caréme del Massillon e in genere con l'oratoria di quest'ultimo, e divenuto tanto frequente che insistente 38 . Spesso la comparazione e fatta pero assai superficialmente e nell'intento di riconoscere nel fran– cese il principale, se non l'unico, maestro dell'italiano. Era lo– gico, percio, aspettarsi da un esame fatto con generica fretta, che al Turchi fosse riconosciuta una ben piccola corona di ori– ginalita39. In realta, se fatto con impegno, il confronto tra le dieci prediche del Petit-Caréme del Massillon e le centoquarantu– no delle Prediche a corte, riserva invece molte sorprese, non po– che delle quali in vantaggio del cappuccino italiano. La grande semplicita e naturalezza di espressione, gli orizzonti chiari e va– sti in cui spazia l'intelletto, il calare vitale e l'e:fficacia persuasi– va che animano le PredíChe a corte, anche se queste restano in– feriori alla castigatezza ed alla somma proprieta del Petit-Caréme, rivelano infatti grandi pregi di originalita in chi le ha sapute scrivere. Indubbiamente il Turchi ha subito l'influsso del Massillon negli espedienti estrinseci, nella maniera di svolgere gli assunti, di dividerli e suddividerli in parti, nel trattarli in un ciclo di due, tre, quattro o sei prediche 40 • Come gia nel Massillon, anche nel Turchi non abbiamo cumolo d'argomentazioni, non sfarzo di descrizioni, non pompa di figure rettoriche, non tumulto di mo– vimenti oratori, comuni invece agli altri oratori francesi e ita– liani, come Venini e Trento. Ma stile semplice, piano, dignitoso, argomenti adattati all'uditorio e svolti con prove chiare e aper- girici, non siano state omesse le indicazioni di certe fonti (come Abbadie, Quesnel...), che l'autore non avrebbe certamente tollerate. Cf. edizione delle. Opere inedite di Imola-Ancona. 38 G.S. MAURY, Caratteri dei piu celebri oratori sacri III, 73-75; G. ANDRES, Dell'origine, progressi e stato attuale d'ogni letteratura VII, 98-99; G. Auorsro, Lezione di s. eloquenza II, 575; E. SANTINI, L'eloquenza italiana, 203-204; G. NATAL!, Jl Settecento II, 1139. - Gia il Cerati aveva chiamato il suo amico « il Massillon d'Italia ». Cf. Opuscoli diversi II, Parma 1809, 115. 39 II Santini ( op. cit., 204) riconosce pero che il Turchi, anche quando prende visibilmente dal Massillon, « sa ravvivare e riplasmare gli altrui pensieri, rivesten– doli spesso di maggior ricchezza d'immagini e dando ad essi nuova forza dramma– tica », trattando gli stessi episodi e applicazioni con « maggiore concisione ed effi– cacia ». • 0 Vedi esempi bellissimi in Op. compl. VII, 61: Falsa coscienza gran perico lo delle corti; Op. conipl. VIII, 86: Debbono i grandi conoseere: se 1nedesi1ni; Op. c-ompl. XIV, 6: Impegni I. Cosi p.e. incomincia a parlare contra gli S pi r i ti fo r ti: « O sano increduli perché sono libertini, o sano increduli perché sano ignoranti. Nell'un caso e nell'altro la debolezza e il vero loro carattere, Nel primo caso la debolezza e ne! cuore, nel secando la ·debolezza e nell'intelletto. Debolezza di cuore, perché non vogliono resistere alle sregolate passioni: debolezza d'intendimento, perché non voglion fare uso della diritta ragione. Due articoli che daranno materia a due diversi discorsi, in cui provare la debolezza degli spiriti forti. Incominciamo da! primo». Op. compl. VII, 6-7.

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