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AVANTI L'EPISCOPATO 155 Poche sono le notizie pervenuteci circa il suo comportamen– to sul pulpito 19 • Sono notevoli nondimeno le parole del Cerati, che bisognera tuttavia sfrondare un poco del tono enfatico: « Nel– le divisioni e sottodivisioni delle prediche adoperavasi il Turchi in modo, che non si toglieva al discorso la necessaria gravita, né quella chiarezza, la quale par veramente propria del filosofico ragionare, per cui chi ascolta, vede e seguita con diletto le trae– ce e il fine di chi predica. Aveva poi, siccome ho detto, tutti que– gli ornamenti dell'eloquenza che consistono nell'acconcia pronun– ziazione, nella bellezza della voce e nel convenevole movimento del corpo; e nelle sue perorazioni, quando richiedevalo l'argo– mento, usava con destrezza mirabile il patetico, ora avvivando– ne l'azione, ora temperandola per non illanguidire l'effetto e stan– car l'animo della moltitudine che non suole d'ordinario sentir troppo gli affetti altrui. Non era ricercatore soverchio di parole... Nella sua dicitura non era osservator scrupoloso d'ogni frase cruscante; pure ad onta di qualche tratto, il quale forse non sen– te tutta l'indole dell'armoniosa favella Toscana, il sentimento, la evidenza, la dottrina, l'energia, il calore, l'ordine de' suoi discor– si formavano un'originalita di stile, che piaceva, che rapiva, che forzava gli amatori piu severi della bellissima lingua del Boc– caccio e di Dante ad ammirarlo » 20 • In un secolo in cui gli ecclesiastici piu in vista si dedicava– no a studi non sempre strettamente di carattere religioso e non tutti con le attitudini di un Parini, di un Muratori o di un Fru– goni, limitandosi all'oratoria l'intelligente cappuccino ha saputo conferire ai suoi abbondanti scritti una lodevole uniformita 21 • Le tentazioni di evadere non gli mancarono. Una traduzione poe– tica delle Bite'oliche di Virgilio venne abbandonata sul principio solo perché Prospero Manara lo aveva preceduto con una fatica che aveva meritato il plauso della critica 22 • Anche una tradu– zione di Sallustio non ando molto piu avanti2ª. I pochi frammen– ti di poesie, di epigrammi italiani e latini rimasti, se ne dimo– strano la capacita poetica, non costituiscono pero un merito par– ticolare per l'autore 24 • Solo la Dissertazione sopra l'ateismo, del- 19 « Sonora e !impida ebbe la voce... Netta la proferenza; nobilissima l'azione, e di grande efficacia. Occhi vivissimi, sciolto il portamento... ». PE'ZZANA, Memorie VII, 283. 20 CERATI, Memorie, pp. XII-XIV. 21 [A. SORAGNA], Bibliografia, in La Realta, f.10. 22 PÉZ'ZANA, Memorie VII, 302; F. BELLINI, l ntorno alla vita ed alle opere di A: Turchi, 253. 23 PEZZANA, Memorie VII, 302; [A. SORAGNA], Bibliografia, f.10. 24 Cf. Miscellanea erudita in f., t.71, PBP, diversi opuscoli mss. (non auto– grafi) del Turchi e segnatamente i nn. 4. 6. 8. 15. Vedí anche PEZ'ZANA, Memorie VII, 674-675; FELICE' DA MARETO, L'lmmacolata e l'Assunta nei FF.MM . Capr,uccini della Provincia Parmense, Modena 1951, 12-13. - II Pezzana (Memorie VII, 302) dice pero che il Turchi fece bene a non perdersi nella poesía, « poiche non aveva attezza al miglior verseggiare ». II medesimo autore ebbe presso di sé anche una « Orazione accademica detta [da! Turchi] a S. Luigi Gonzaga in Sabbioneta il 6 luglio 1760. Ms. autogr. di p.6 in f. compreso un sonetto che sta nella sesta, scritto pure di

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