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L'EDUCAZIONE DEI PRINCIPI 143 la « Tognina », beniamina ~i don Ferdinando e del precettore, nata il 22 novembre 1774; e piu tardi Carlotta Maria Ferdinanda nata il 7 settembre 1777 103 • ' Il metodo pedagogico iusato dal Turchi con questi suoi disce– poli appare estremament~ semplice. Pur servendosi di quanto avevano insegnato uominil del mestiere, come Fénelon, Bossuet, Duguet, Condillac, oltre c~e dei consigli del Paciaudi1° 4 e dei trat– tati di Giammaria Ortes, p piu illustre economista veneziano del secolo, nei quali ultimi cotjfessava di aver trovato principi di una semplicita e di una vastita lche « non ha altr'oggetto fuorché quello di rendere tranquillo l'uman genere » 105 , i1 cappuccino mira in– nanzi tutto a coltivare la memoria e la fantasia dei suoi allievi, aiutando con avveduta leJ;ltezza lo sviluppo della ragione. S'in– sinua nell'animo loro con I\nOdi soavissimi, rende facili e piacevoli le cose astratte, impicciole~dole per portarle all'altezza delle loro capacita. Non pretende, cqme il Condillac, di formare dei filosofi, ma semplicemente degli uqmini per la societa e per la chiesa. Per questo appunto il suo idealf e d'instillare loro una religione « senza pregiudizi e una morale serza lusinghe » 106 • Lontano, tuttavia, dal chimerico ottimismo conte¡:mto in tanti libri del secolo scritti per avviare i principi al buon governo dei popoli, stima necessario for– mare in un sovrano « una; religione ben intesa, un cuor buono e sensibile, un grande desid~rio di far del bene, lumi suflicienti per discernere i cattivi dai bupni » 101 • Naturalmente le sue cure par– ticolari sono rivolte al su,o « preziosissimo allievo », il príncipe ereditario. Gia nell'aprile pel 1777, dopo un anno appena d'inse– gnamento, don Ferdinand~ costatava che il figlio leggeva ormai bene per la sua eta di qu~ttro anni. Il precettore poteva percio passare ad insegnargli qualche altra cosa 1 º 8 • Con metodo chiaro ¡ 103 Cf. Il Calendario di cort!e per l'anno bisestile 1776, Parma, Stamp. Reale, 1775, 65; e anche i Calendari di c9rte degli anni seguenti. 10 • Turchi al Paciaudi; Paljma, 13 maggio 1776. PBP, Cart.Paciaudi, 93. Cf. App. I, doc. 20. 10 • II Turchi afferma di av~r scoperto nei trattati dell'Ortes, quanto aveva inutilmente cercato sfogliando « i principali autori economici » del secolo; «Pia– cesse a Dio, che tutti i Reggitorii del mondo Ji leggessero e ne profittassero; non avremmo sicuramente tante noviti¡I perniciose, le quali da altra sargente non ven– gono che da una profonda ignor~nza. II mio Allievo berra a questa fonte, e se altro vantaggio non ne traesse phe quello di lasciare gli uomini in pace, sara questo un gran bene ». Turchi aJl'Ortes: Colorno, 16 apr. 1783 (orig. in Museo Correr di Venezia, Ra,cc.Cicogna,¡ Epistolario 3199, 3700), edita da F. CERETTI., Lettera inedita di Mons. Adeodaio Turchi a Giamma,rin Ortes, in Erudizione e belle arti, 1 (Carpi 1904) 67-69. 106 Al Paciaudi: Parma, 18 dic. 1776. PBP, Cart.Pacinudi, 93. 107 Il Cerati (cf. Memorie, p.XVI) afferma, percio, che il Turchi « ne' suoi ammaestramenti evito sempre i1 ~ifetto di alcuni educatori privati e poco pratici delle forze dello spirito umano, che a formare intesi un filosofo di dieci anni, resta a venti un insetto morale »J 108 « ... In questi giorni che ~o veduto mio figlio, ho avuto campo di scorgere che egli legge .. assai bene per !'et~ sua. Sarebbe dunque ormai tempo di cominciare ad insegnargli qualche cosa di ¡:1iu, onde e mia _intenzione che d'ora in avanti,
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