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LA PREDICAZIONE A CORTE 139 cortigiani, non solo animava il suo oratore a parlare con liberta, e coraggio, ma nel marzo del 1775 ne ricompensava lo zelo, au– mentando l'onorario da 3.000 lire annue di Parma a 5.000 82 • Sebbene gia sulla fine del 1773, preparando il suo quinto quaresimale per la chiesa di S. Paolo, il Turchi si confessasse stanco ed esausto 83 , la predicazione continuo tuttavia con sempre novita di materia e di trattazione. Né il tempo gli diminu1 mai l'uditorio e la calca popolare. All'inizio della quaresima del 1776, aprendo il settimo quaresimale, poteva anzi dire con commozione e soddisfazione al suo popolo : « Volge ormai l'anno settimo ch'io predico da questo luogb la divina parola, e non si e punto rimossa la pazienza vostra in udirmi: pa– re anzi cresca nel vostro spirito il desiderio di áscoltare, a misu– ra che mancano alle mie voci l'energia e la forza per farmi in– tendere. Dopo il giro di sette anni chi non rimane sorpreso al vedere la stessa frequenza di divoto concorso, la stessa g.a– ra nel prevenire ad impossessarsi dei posti, la stessa folla del popolo, che si urta e contende per aver luogo nell'uditorio, la stessa inalterabile tolleranza nell'aspettar molte volte delle ore in– tere la mia comparsa? ... » 84 • In quello stesso anno il cappuccino poneva termine alla sua maggiore fatica oratoria, e pur continuando a godere del titolo di predicatore ordinario e perpetuo della corte di Parma, passava 82 Decreti e rescritti, 10 marzo 1775; mss. in ASP. Inoltre la corte abbondava <li offerte e di sussidi per i due conventi di Parma e Fontevivo, ove dimorava il predicatore. Cosl, p.e., solo ne! 1773, cf. Decreti e rescritti, 26 febbr., 28 marzo, 24 maggio, 13 agosto... ; mss. in ASP. 83 Turchi al Cerati: Fontevivo. 27 dic. 1773. Coll.Lombardi, Colorno. Forse in eonseguenza di questa momentanea flessione della lena oratoria, il duca di Parma prendendo occasione della sostituzione del predicatore dei palazzi apostolici Fran– cesco Quadrio di Bergamo, cerco di proporre il Turchi per la successione al deli– ,cato incarico, che doveva invece essere affidato a Giuseppe Maria Luvini di Lugano, se crediamo al Montanari, del resto ben informato, che scrive: « ... Appena era egli [Luvini] stato nominato a quell'apostolico incarico, il duca di Parma pose offici presso Clemente XIV..., acciocché gli piacesse nominare a quella carica il famoso Adeodato Turchi, oratore di molto e meritato grido, il quale aveva fin allora con plauso di tutta Italia predicato pei principali pergami, e specialmente alla corte .di Parma. Quel gran papa, che ,era il Ganganelli, soffermossi al nome di tant'uomo che gli veniva proposto: e piu che la stessa raccomandazione, la dottrina e il .sapere di lui considerandd, fe di tutto perché s'invalidasse la prima nomina, e si venisse alla seconda. Ma perché il buon diritto era pe] Luini, né que! papa voleva negar ragione a persona, anche potendolo per buoni riguardi, acconsentl ch'egli ,da Arezzo, si recasse a Roma: e si scuso col duca di Parma. Veniva adunque il Luini; veniva a malincuore del pontefice e di molti: e, que] che piu e, gli faceva mestieri mostrare che egli non era da meno del Turchi; cose tutte che gli strin– gevan l'animo, e lo facevano tremare. E tanto piu, che chiesta l'udienza del pon– tefice, se ]'era vista piu volte o negata, o attraversata; e solo poco prima d'in– ,cominciare la sua predicazione gli era stata concessa, ma concessa in modo da ·scemargli non crescergli coraggio. Conciossiaché il papa molto sostenutamente lo .accolse, e appena lasciate a lui fare poche parole l'accomiato con dirgli: Vi senti– remo ». Ma il Luvini piacque a Clemente XIV ed ebbe il meritato plauso. Cf. G.I. MoNTANARI, Elogio storico di monsignor Giuseppe Maria Luini, in Giornale arcadico :91 (1842), 155-156. 84 Op.compl. XVI, 88: Sopra il dono dell'intelletto,

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