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LA PREDICAZIONE A CORTE 137 4. LA PREDICAZIONE A CORTE: 1770-1776. Sebbene eletto predicatore di corte fin dal 21 giugno 1768, a causa dei preparativi delle nozze ducali che si facevano nel 1769 12 , il P. Adeodato non inizio il suo ministero nella chiesa reale di S. Paolo, che nella quaresima del 1770, presente ancora il Du Tillot e con un successo clamoroso. Dopo le prime prediche don Ferdinando prego l'oratore a voler parlare tre volte la settimana, anziché due secondo il convenuto. La duchessa Amalia, dichia– rava entusiasta di averne scritto a Maria Teresa 73 • L'anno appresso, 1771, nonostante che la burrasca política minacciasse di travolgere anche l'oratore di corte, la predica– zione riscosse applausi popolari addirittura tumultuosi. Per tro– vare posto nella chiesa bisognava accorrere diverse ore prima della comparsa dell'oratore 74 • Nel 1772, a distanza di appena pochi mesi dalla fuga del Du Tillot, il Turchi aveva gia acquistato un nuovo interessante ammiratore nel ministro Llano, per il quale dovette altresi far trascrivere il quaresimale di quell'anno 75 • E cosi che anche don Ferdinando incomincia a confidare nel suo ora– tore di corte per tentare una pacificazione interna del ducato e per combattere gli s pi r i ti fo r ti, in gran parte residuati del vecchio regime 76 • Uscendo dal romitorio di Fontevivo per la qua- 72 Campione di Prov. II, ff.77-78. 73 Campione di Prov. II, f.81; Ms.parm. 1459, an. 1770. 74 « Lo strepito fatto quest'anno da! P. Adeodato predicando in Corte ha su– perata l'umana credenza, talché bisognava anticipare le ore intere per avere luogo nella chiesa a poterlo sentire». Ms.parm. 1459, an. 1771. II Pezzana (Memorie VII, 263), seguito da I. Stanga (Maria Amalia di Borbone duehessa di Parma, 80-81) incolpa invece l'oratore, quasi fosse lui a tardare intere ore a comparire. Ma, cf. anche Op.compl. XVI, 88: Sopra il dono dell'intelletto. 75 Ms.parm. 1459, an. 1772. 76 Talora gli argomenti pare, infatti, li dettasse all'oratore il duca stesso. Cf. Archivietto di mons. A. Turchi, f.7, ms. in MBE, Ms.Campori, 12. Gia nella prima– vera del 1771, elogiando (all'Azpuru) il Turchi, che nella sua predicazione aveva saputo congiungere la soddisfazione del príncipe e il bene dei fedeli, il Du Tillot parlava de « la obligación que [Turchi] tiene de predicar todos los años sermones nuebos y sobre las materias que dessea el Real Infante». Du Tillot all'Azpuru: Parma, 3 aprile 1771, in Archivo de la Embajada de España, Correspondencia extra– oficial, 432. Tra le carte possedute da! conte Gian-Francesco Ferrari Moreni in Modena, il Pezzana aveva trovato a suo tempo un fascicolo recante l'iscrizione di mano del segretario del Turchi, Fortunato Mussati: Argo,menti d~ prediche dati da S.A.R. al Padre Turchi Predicatore di Corte. II manoscritto abbracciava quattro fo– g!i tutti di pugno di don Ferdinando, tre dei quali hanno appunto il titolo: Argo– menti di prediche. Meritano considerazione alcuni di questi argomenti suggeriti da un regnante. II primo foglio portava le indicazioni: 1: Contra la, maldicenza solita nelle corti. 2. Quanto ella sia pericolosa, perché fina e nascosta, 3, Sopra al ,;elo p-er la, religione. 4. Del falso zelo. 5. Della frequenza de' sacramenti, necessaria per preservarsi da' vizi. 6. De' mezz~ da adoperarsi da' grandi p,er mantenersi florida la, religione. II secondo aveva: l. Contra alúi, superbia de' grandi. 2. Il saper discer– nere chi ha bisogno: « Beatus qui intelligit super egenum et pauperem ». 3. Es– sere l'interesse che fa principalmente agire i cortigiani. 4. Come debbano fare i grandi a discernere i veri galantuomini. E qui il Turchi aveva aggiunto di proprio
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