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VECCHIE E NUOVE AMICIZIE 133 Antonio Cerati credeva, infatti, sinceramente che bastasse unire la filosofia con la religione, perché l'incredulita, il libertinag– gio, la superstizione, il fanatismo scomparissero dalla faccia della terra 49 ; e c'e grande affinita d'intenti nella lotta che il Turchi e il Cerati conducevano contro la superstizione intesa come « de– bolezza dello spirito umano, che attribuisce agli esercizi del cul– to esterno una efficacia reale, che non hanno, né avere possono » 50 • Come il Turchi anche Cerati, contro il detestabile fanatismo, esal– ta la morale del vangelo semplice, utile e pura, che comanda « obbedienza esatta ai sovrani e ai ministri » e le virtu sociali 51 ; e parlando di costumi e di religione fa appello al Montesquieu, al Duelos, al Rousseau, che « niuno ardira tacciare qual uomo debole e superstizioso » 52 ; Ma va notato che quando il conte scri– veva queste e simili cose, il Turchi le aveva gia predicate nel– le principali citta d'ltalia e alle corti di Napoli e di Parma 5 ª. Oltre che con questi, per cosl dire, amici di casa, anche do– po il 1771 il cappuccino continua a mantenere amichevole cor– rispondenza con alcuni tra i piu caratteristici uomini di lettere del ducato estense, come con il « letteratissimo » marchese Alfon– so Vincenzo Fontanelli 54 , amico del Fontenelle e di Voltaire, del quale ultimo curo la traduzione italiana delle opere teatrali 55 ; con l'avvocato Lodovico Antonio Loschi, anch'egli traduttore e criti– co della produzione illuministica estera e fervente repubblicano poi ai tempi della Cisalpina, al quale il Turchi, gia attorno al 49 « Religione, filosofia, si a:fl'retti !'epoca fortunata, che per sempre vi unisca. L'incredulo libertinaggio non trovera allora chi regga l'orgoglio suo e la bassa super– stizione, spogliata delle tenebre a lei care, svanira conosciuta...:.. Cf. Elogio di Gasparr: Cerati, 5; cf. anche p.57. Le molte affinita di pensiero con il Turchi che si riscon– trano particolarmente in questo Elo.gio dello zio oratoriano, e che il Frisi chiamo un pez z o di as ce tic a· sub 1i m: e, attirando grande plauso all'autore (cf. PEZZANA, Memorie VII, 386), debbono attribuirsi anche alle correzioni dirette ap– portate ad esso dal cappuccino. Turchi al Cerati: Colorno, 27 aprile 1777, Coll. Lombardi, Colorno. ro Elogio di Gaepare Cerati, 90°92. Gl Elogio di Gaspare Cerati, 88-90. 62 Rapsodia morale, Parma 1786, 56-59. 53 11 Cerati rimase sempre a:fl'ezionato al Turchi, anche nei tempi in cui si era dichiarato nemico del Du Tillot (cf. PEZZANA, Memorie VII, 384-385), percio con ragione nel 1778 poteva cantare: « Fu teco l'amor mio ne' di famosi Pieni del tuo valor, delle tue lodi; Né impallidi tra gli urli tempestosi Del livor tetro, che detesta i prodi. Oh quanto invitta tua virtude emerse Dal tenebror delle vicende avverse! >. Cf. Per la ristabilita salute del P. Adeodato Turchi... Versi del conte A. Cerati, Parma, Stan:p. Reale [Bodoni], 1778, 10. Questi versi (42 sestine) valsero al Ce– rati le lodi lusinghiere della Gazette ou Journal universel de littérature, n.47 del 1778, 388-389. Altri versi dedicati al Turchi in Opuscoli diversi III, Parma 1809, 237-248 e in pubblicazfoni sparse. Cf. FELICE DA MARETO, · Biblioteca, 2. 04 Cf. Lettera del Turchi ad un amico sconosciuto, s.d. [prima del 1777], in MBE, Ms.Campori, 12. 66 Cf. A. PARADISI, Contributo allo studio dell'Enciclopedismo nel Ducato Esten– se, Modena 1926, 5-8.
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