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130 ALLA CORTE DI FERDINANDO DI BORBONE diª 2 • Nel 1787 il Bodoni fara conoscenza anche con Giuseppe Pog– gi, che rendera pure amico del nostro cappuccinoªª. Nel sodalizio di questi uomini liberali, il príncipe dei tipo– grafi aveva trovato appagamento alla propria religiosita del re– sto assai semplice. Piu che ostentarne la pratica esterna, prefe– riva sentirne la dolcezza in se stessoª 4 • Non riusciva pero a ce– lare la sua simpatía per gli uomini dalle idee indipendenti anche religiosamente. Soffriva nel vedere il progresso del «fanatismo» e perseguitata la « sana morale ». Ma i suoi studi non gli consen– tirono in alcun modo di essere un teologo o un moralista seguace, delle dottrine di Port-Royal. Il suo attaccamento alla « buo– na dottrina », era un prodotto della sua ammirazione per la semplicita e l'austerita morale e della sua avversione tenace ai gesuiti; ma di fatto non oltrepasso mai il piacere di avere sot– t'occhio qualche bella stampa dei corifei del partito e di scorrere qualche pastorale del vescovo di Pistoia 35 • I suoi caratteri tipografici erano del resto troppo singolari, perché potessero prestarsi a stampe clandestine di materiale pro– pagandístico di partitoª 6 • I suoi stessi rapporti con il Turchi, spes– so sospettati, non rivelano nulla •di sospettabile in senso gianse– nistico. Il carteggio tra i due amici conservato alla Palatina dí Parma abbraccia lettere che vanno dal 1776 al 1792ª 7 ; ma in esse il Turchi non appare che come il « propizio mediatore » tra 32 Meno buoni erano invece i rapporti del tipografo con gli altri letterati locali. Montato dal Paciaudi, il Bodoni cercava, infatti, di fare intendere al mondo della cultura, che tutto i 1 1u me 1et ter a r i o di Parma era dovuto a loro piemon-· tesi, con gran dispetto dei letterati nativi. Cf. Andrea Mazza a Gaetano Marini: Parma, 8 febbr. 1786. Bibl.Vat. 'Vat.lat. 9058, f.131. 33 E. ROTA, G. Poggi e la formazione psicologica del patriota, moderno, 23.. 88.48.44.66. Per queste amicizie il Rota vede ne! Poggi un anello di congiunzione fra i giansenisti toscani e quelli del ducato parmense. Ivi, 43-44. Del medesimo autore, e con lo stesso assunto vedi pure: Anche G.B. Bodoni coi giansenisti, in Athenaeumr fase. I, Pavía 1913. 34 LEONI, Ritratto di G.B. Bodoni, in Prose, Parma 1843, 428. 35 A questo solo si riduce il preteso giansenismo del tipografo ne! commercio, spirituale con il Poggi, sbandierato da! Rota. Piu significativo e invece notare, che !'ornamento piu prezioso dell'appartamento del Bodoni, fu per diversi anni il ritratto· del cav. José Nicola d'Azara, ambasciatore di Spagna, che si era adoperato malta a Roma per la soppressione della Compagnia di Gesu, sulla resurrezione della quale iI tipografo si dichiaro poi eretico. Cf. G. BENADDUCI, XX Lettere di G.B. Bodoni a; G. Lucatelli, 25.34. 36 I1 Rota (cf, Anche G.B. Bodoni coi giansenisti, 14) afferma che il Bodoni pubblico percio solo le pastorali di Adeodato Turchi, che vescovo non era piu ir cappuccino. Ma va notato che il tipografo non ebbe alcuna difficolta ne! 1781 a stampare la celebre Orazione funebre di Maria Teresa composta dal Turchi in un periodo in cui sembrava amoreggiare coi giansenisti. Cf. G. DE LAMA, Vita del cava– liere Giambuttista Bodoni II, 17-18. 22; PEZZANA, Memorie VII, 294; H.C. BROOKS, Compendiosa bibliogra,fia di edizioni bodoniane. 34; FELICE DA MARETO, Biblioteca, 12.. Lo schedario bibliografico dell'Istituto storico dei cappuccini in Roma, da pure la se-· gnalazione di una edizione bodoniana delle Orazioni funebri e discorso sul segreto politico (Parma, Stamperia Reale, 1796. In-4) del Turchi, ma le ricerche nelle bi– blioteche non hanno dato ancora esito positivo. Per le edizioni bodoniane delle opere· pastorali del Turchi, cf. nota 42. 37 A. BosELLI, Il carteggio bodonia,no della «Palatina,» di Parma, in Arch. Stor.Prov.Parm., n.s. 13(1913) 218; cf. anche E. NASALLI RoccA, Un ignoto carteggio, bodoniano nella Biblioteca Comuna/e di Piacenza, ivi, s.III, 5(1940) 91-107.