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LA RESISTENZA DEGLI UOMINI DI LETTERE 127 to delle sue prerogative di principe e la fermezza di mantener– le intangibili insieme alla sua autorita, non gli impedirono, in– fatti, di mostrarsi quello che era e volle sempre essere: il pa– dre dei propri sudditi1ª. E nessuno, del resto, ebbe piu autore– voli maestri per conoscere i doveri del buon principe: il Con– dillac, il Keralio, H Deleyre, il Turchi nelle sue Preid'iche a corte/ 11 • La mitezza e la bonta del suo governo furono percio il fon– damento di giorni tranquilli per il ducato di Parma. 2. LA· RESISTENZA DEGLI UOMINI DI LETTERE. Tuttavia, se la « restaurazione » non soffoco il movimento beneflco risvegliato sotto il Du Tillot, determino un pericoloso equivoco, che celava in seno una profonda rottura fra il go– verno e il ceto intellettuale rimasto saldamente ancorato al pas– sato progressista 18 • Nuove forze culturali del paese erano ve– nute a porsi a flanco alle vecchie e nelle loro discrete relazio– ni amichevoli, continuarono a guardare con simpatia le innova– zioni e le riforme. Turchi, Bodoni, Paciaudi si consolano con gli studi e con l'amicizia reciproca nel procedere del « fanatismo » 19 ; Ireneo Affo e uno storiografo intelligente e audace che ama fru– gare con liberta negli archivi, Angelo Mazza, Prospero Manara. Castone della Torre di Rezzonico, Antonio Cerati portano libera– mente in trionfo la poesia 2 º. Per tutta questa floritura d'ingegni locali il Carducci poneva l'eta dell'oro di Parma sotto il regno di Ferdinando 21 • Ma indubbiamente questo risveglio era dovuto 16 C. FANO, I primi Borboni a Parma, 113-115; G. DREI, Il Regno d'Etruria, 19; O. MASNOVO, Parma e la Francia nella seconda meta del sec. XVIII, in Nuova rivista storica 3(1930) 161; E. ROTA, Le origini del Risorgimento, 315. 17 PEZ'ZANA, Memorie VII, 571. 18 PEZZANA, Memorie VII, 566-567; E. ROTA, Le origini del Risorgimento, 313. Una tale rottura portera alla formazione di un gruppo di giacobini ne! ducato prima del 1796 e alla formazione di un cenacolo di letterati come Gian Domenico Romagnosi, Melchiorre Gioia, Giuseppe Taverna, Alfonso Testa, Pietro Giordani, Giovanni Rasori. 19 U. BENASSI, Il Generale Bonaparte ed il Ducato e i Giacobini di Parma e Piacenza, in Arch.Stor.Prov.Parm, n.s. 12 (1912) 219-220; A. RIGHI, Ferdinando di Borbone e la sua política di fronte ad emigrati francesi e giacobini (1789-17.96), in Rassegna Nazionale del 16 marzo 1916, 263. - II Rota (Il giansenismo in Lombardia, 464-465) scrive per questo che al tempo del sínodo di Pistoia, quando in Italia il giansenismo « prodigiosamente saliva: Adeodato Turchi a Parma, Achille Monti a Mantova, il Cadonici a Cremona, il Fi!ippini a Torino, !'abate Guarnieri a Casal– maggiore, Eustachio Degola a Genova agitavano la fiaccola del giansenismo italiano ». 20 Solo per il Rezzonico esiste uno studio aggiornato: E. BERTANA, In Arcadia, 255-319. Per gli altri bisogna ancora valersi in gran parte del Pezzana (Memorie di scrittori VI e VII). 21 G. CARDUCCI, Del Risorgimento italiano, in vol. XVIII, 26-27, ed. Nazionale, Bologna 1937.
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