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I CAPPUCCINI 111 II Turchi stesso fin dal gennaio del 1769 aveva abbozzato un programma di riforma scolastica da adottare sulle cattedre di filosofia e di teología dei conventi della sua provincia. Esortando i iettori a lasciare da parte le questioni inutili e sottili, le contro– versie tra cattolici e protestanti ormai sepolte nel silenzio, li spro– nava ad aggiornarsi per combattere soprattutto la falsa morale, gli increduli, gli indifferenti, i deisti, mettendo in chiaro parti– colarmente la necessita e l'esistenza della rivelazione cristiana, la realta della vita futura, le nozioni ímmutabili del bene e del male, che stanno alla base della teología fondamentale e della apologetíca moderna 64 • Voleva, insomma, che gli studi prendessero un indirizzo pre– valentemente pratico e pastorale, ma pareva conscio egli stesso della debolezza e ínanita del suo sforzo. Un particolare eccitamento lo. rivolgeva in appresso ai pre– dicatori stimolandoli a studiare con metodo e continuita questioni di morale, di teología, di scrittura, di storia ecclesiasticaª 5 • Nel feb– braio del 1769 per infervorare i suoi frati a lavorare per il « pubbli– co berre» come domandava la giustizia e a « faticare con piu co– raggio », derogando perfino alle leggi cappuccineªª, suggeriva al Du Tillot che una parte dell'onorario versato al predicatore in occasione di predicazioni, rimanesse a profitto personale del pre– dicatore medesimo 67 • Quali furono i frutti che il Turchi raccolse da questa campa– gna di aggiornamento? Non e certamente possibile elencarli in dati concretiª 8 • Dopo 64 E' l'illuminismo incredulo che particolarmente viene preso di mira da! Turchi. In questo la riforma scolastica da luí additata e lontana da quella del Paciaudi e dei riformatori dell'Universita: « ... E' troppo necessario proporzionare le armi ai nemici che si presentano ed alla qualita degli attacchi che si danno alla Religione ». Cf. PLACIDO DA PAVULLO, op.cit., 30. 65 Visita pastorale. Discorso secondo su la fuga dell'ozio, f,11. 66 Ma piii ancora siamo Iontani da! Turchi, che ne! 1762 contendeva con il Du Tillot e non sapeva darsi pace per una tassa in danaro offerta ai frati del– l'ospedale ! 67 Turchi al Du Tillot: Parma, 5 febbr. 1769. ASP, Cart.borb, 958. Anche iI Paciaudi per incoraggiare i predicatori cappuccini a faticare con maggiore spi– rito, aveva avanzato la proposta che una parte del danaro di alcuni legati fosse loro devoluta perché potessero provvedersi « di ciocolata [sic], di tabacco o di cío che gli abbisognava ». Cf. Relazione, in Ms.parm. 431/IV. 68 Da vescovo egli condanna in modo generico, ma chiaramente, le esperienze riformatrici dei governi nei riguardi dei religiosi: « Ma [i religiosi] erano inutili. E qua! massima piu ragionevole e santa che di metterli tutti in azione per renderli utili anche ai lor prossimi? per questo solo :furon chiamati nel mondo. Ma che? Si e voluti renderli cattivi app!icandoli a professioni, per le quali non avevan né genio, né vocazione, né talenti. Che n'e avvenuto? Invece di render Ji utili, si sono renduti piu inutili, e :fors'anche perniciosi. Non sono riusciti a servire iI pubblico, ed hanno lasciato di servire il Signore. Si son fatti dei cattivi operai, e si sono guastati dei buoni serví di Dio... », Op.eompl. II, 126: Omelia del 1'!fJfJ, in di/esa della vita contemplativa. E ancora con maggiore cruda aderenza alla realta nel 1794: « Assoggettare i loro capi [dei religiosi] all'ignoranza, al capriccio, alle passioni di un laico, che col pretesto di difendere i sudditi dalla loro tirannia, di– fendesse nei sudditi stessi l'insubordinazione, l'alterigia, il libertinaggio, l'amore d'indipendenza. Allora fu che trovando questi ne! secolo un appoggio potente seos-

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