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110 PROVINCIALE DEI CAPPUCCINI: 1768-1771 no praticamente utilizzabili per la riforma scolastica in corso 59 • Soltanto l'autorita, non piccola, del P. Adeodato poteva indurlo a deputare un cappuccino, anche solo a tenere i soliti esercizi spiri– tuali nelle scuole, nelle quali i cappuccini avevano gia dato prova di scarsa riuscita 60 • 11 Paciaudi si era scandalizzato perfino del mi mi– co cate chismo, che i religiosi del Turchi avevano preso a fare sulle piazze delle citta, imitando evidentemente i gesuiti 6 1. Né sembra che essi incontrassero maggiore fortuna nell'assisten– za ai prigionieri e ai condannati a morte, uffici nei quali pure erano succeduti agli esuli 62 • Le orsoline del collegio di Borgo neppure esse vollero saperne dei cappuccini come confessori, per– ché troppo lontani dalla « pulizia orsolina » o poco pratici anche come confessori ! 63 Pur ammettendo che non si possa generalizzare su questi ca– si particolari ed arrivare in base ad essi a sospettare condizioni disperate e nere, create dalla incapacita e dall'ignoranza dei cap– puccini, occorre tuttavia riconoscere che gli ardenti incitamenti del Turchi non erano inopportuni e ricevevano stimolo dalle si– tuazioni concrete da lui non ignorate. Ma le circostanze dei tempi non erano d'altronde favorevo– li all'introduzione equilibrata e duratura di un piano di rinno– vamento nella formazione culturale e morale impartita nei con– venti. 59 « Non e da pretendere, che questi barbigeri siano uomini illuminati, eru– diti, bei parlatori. II lor tenor di vita si oppone diametralmente alla coltura delle lettere e i] dotto Padre Turchi e il fenomeno piu raro di questa colonia dell'Ordine Serafico... ». Relazione sulle scuole di Borgo e Busseto del Paciaudi, in Ms.parm. 431/IV. 60 Ecco una paternale del Paciaudi per il cappuccino deputato agli esercizi spirituali di Borgo ne! 1768: « ... Ogni cappuccino, che e obbligato alla medita– zione quotidiana di due ore, dovrebbe essersi rese familiari le verita eterne, averne piena la lingua, il petto, saperle dichiarare agli altri. Pure non e accaduto cosL II cappuccino che deve dare il ritiramento spirituale a questi scolari comparve nell'adunanza con un libro stampato alla mano, e lesse le meditazioni e le istru– zioni. Puo essere che cio che leggeva fosse migliore di cio che egli avrebbe saputo dire, ma non pertanto cio produsse due pessimi effetti: istruzioni non adatte ai giovani e i giovani vedendo il frate fare da lettore e non da direttore si sono immaginati di essere senza padre spirituale, data la partenza dei gesuiti e l'in– competenza dei cappuccini... ». Relazione, Ms.parm. 431/IV. 61 Qui il teatino si lascia evidentemente prendere la mano dall'avversione a tutto cio che gli parlava dei gesuiti, piu ancora che dalla s cu r r i I ita e bu f - fon e ria, e dalla forma dialogística « de' moderni catechisti », per cui stimava piu conveniente trovare una via per insinuare ai cappuccini di ripigliare le antiche semplici istruzioni. Cf. Relazione, in Ms.parm. 431/IV. 62 II Clerici, amico del Turchi e imparziale, nota che in questo campo i cappuccini successi ai gesuiti: « Sembra, che... o poco se ne curino, o abbiano Jo– svantaggio di poco buon incontro ». Cf. Note del Clerici in Ms.parm. 505, fl'.155-156 .. 11 « poco buon incontro » sembra pero confermato. Cf. Campione di Prov. II, fl'.36-72; Campione di Piacenza, II, fl'.68-68bis.110; Annali di Prov. V, 243. 63 Ottennero percio di potersi valere del primicerio del duomo come con– fessore. Ma in questo le orsoline non facevano che continuare a mantenere il loro fa na ti s m o per i gesuiti, fonte gia di infinite questioni. Cf. lettera del Du Tillot al Pisani, 25 marzo 1768, in Arch.Vesc.Piacenza, cart. 1768; BENASSI, Guglielmo Du Tillot V, 88-94. 225-226.

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