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LA RIFORMA MONASTICA 105 L'esecuzione del piano di riforma, nonostante la volonta e la fretta del Du Tillot, incontro, tuttavia, non poche difficolta per i tentativi di salvataggio fatti dai conventi. Don Ferdinando stes– so peroro la causa di molti di essi. Il ministro che si ripromette– va il vantaggio di 500.000 lire annue di Parma dal solo congedo dei frati forestieri non voleva cedere, protestando che il mínimo cambiamento del piano sarebbe stato un disastro, oltreché una umiliazione in faccia a tutta l'Europa ! 32 I provvedimenti governativi non mancarono cosl d'esercita– re una larga azione perturbatrice. Alla vigilia della caduta del Du Tillot i conventi soppressi nel parmense erano solo 13ªª e altri 13 nel piacentino 34 • I frati forestieri espulsi ammontavano coi gesuiti a circa 400, mentre i trasferimenti e le soppressioni avevano ridotte le parrocchie di Parma da 30 a 26. Con i beni e le terre incamerate il governo costituiva il patrimonio dei po– veri, e disciplinando, specialmente finanziariamente i luoghi pii e le confraternite, ne evolveva gli avanzi del bilancio a scopi di beneficenza assunta ormai dallo stato 35 . Il Paciaudi, che da quando si era cominciato a parlare di soppressione di conventi si era sentito assai meno propenso alle riforme ecclesiastiche del suo ministro, fu costretto a perorare la causa dei suoi confratelli 36 . Il Turchi, nel quale l'intimita con il Du Tillot e l'adesione ai piani di riforma e depredazione dei beni monastici, appare piu piena che nel teatino, seppe invece ma– neggiare con scaltrezza l'arma delle soppressioni e delle innova– zioni fratesche, senza punto tagliarsi le mani. Infatti il Du Tillot non sacrifico alcuno dei numerosi conventi cappuccini del suo sta– to37. Né fece questioni di espulsione dei frati forestieri. Il cap- ti s si m o, come aveva fatto poco prima con una consimile disposizione data in · Mantova. Cf. scatnbio di lettere Bianchi-Du Tillot, 7 e 8 marzo 1770. ASP, Cart. Du Tillot, 53. 82 L. MoLossr, Una visita al/,a, manifattura dei tabacchi nel/,a, Certosa presso Parma, Parma 1848, 38-44; E. CASA, Controversie, 265-272. 33 Relazioni ms. del Duranti, cit. fl'.48-49. 84 Campione di Piacenza II, f.39, ms. in APC; cf. anche notizie diverse sulla espulsione dei frati a Parma e Piacenza nel Ms.parm. 963 in PBP. 35 11 Du Tillot ne! 1765 scriveva che nella sola citta di Parma vi erano ben 75 confraternite, con un'entrata annua di L. 594.849 e un passivo di 352.569, ossia un avanzo libero di L. 42.410. Du Tillot al D'Argental, 13 aprile 1765. ASP, Car– teggio di Francia. 36 Lettere del Paciaudi, marzo 1769 in Ms.parm.1586, fl'.168-170 e Memoria/e autogr. nel Ms.parm. 1588, f.114 in PBP. 37 Erano dieci conventi con 226 frati. Nei piu piccoli, come quelli di Guastalla, Busseto, S. Secondo, Fontevivo, vi erano 7 sacerdoti e 4 o 5 laici. Solo Parma e Piacenza avevano rispettivamente (nel 1767) 35 sacerdoti, 26 laici, 3 chierici e 3 servi; e 34 sacerdoti, 19 laici, 5 servi. Cf. Nota in Elenchi di frati e monache; 1767, in ASP. In una Nota presentata da! Turchi in quello stesso anno come guardiano di Parma, la sua comunita era casi distribuita: s a e e r do ti: 8 inabili o vecchi, 10 predicatori (dei quali 4 ospedalieri), 4 coristi, 2 annalisti (uno predicatore domenicale della Steccata), 9 sacerdoti studenti e 3 chierici; 1 a i e i: 3 inabili e gli altri (23) addetti ai diversi servizi di questuante, ortolano, sacrestano, occhia– lista ecc. Cf. Elenco dei frati aUa R. Giunta di Giurisdiz., in ASP, Cappuccini di Parma. Sui cappuccini e la riforma monastica, cf. anche E. CASA, Controversie, 265-272.

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