BCCCAP00000000000000000001361

LA RIFORMA MONASTICA 108 tembre 1768, stende consulte, rivede memoriali e quadri statistici insieme al ministro, pervaso dal :filantropico sentimento della u ti 1 i té p u b l i que 22 ed eccitando confidenzialmente l'amico s lavorare « toujours au bien des hommes qui vous en seront, peut-etre mau– v:ais gré, et qui ne vous regretteront que lorsque, vous ne serez plus. , C'est, mon cher ami, la fatale destinée des grands génies a fa mon– tée éternelle de l'humanité; mais, un philosophe chrétien les regarde toujours comme des malades, ou si vous voulez, comme des frénéti– ques, qu'il faut guérir de gré ou de force, et va toujours au bien comm'a son but unique... » 23 • Non ci e stato pero possibile di ritrovare alcuno di questi eonsulti, né di rivendicare con certezza la paternita di qualcuno dei numerosi scritti riformatori dell'archivio di stato di Parma 24 • Ma abbiamo potuto osservare in modo globale, che le idee agitate in Parma circa la riforma degli ordini religiosi e dei beni ec– clesiastici, non differiscono da quelle di un Muratori, di un Ge– novesi, di un Pilati, dai quali abbastanza spesso i nostri rifor– matori dipendono. Il numero dei religiosi sembrava eccessivo nel ducáto 25 • Ed .eccessivo era certamente il frazionamento in piccoli gruppi, con ricchezze e comodi non indifferenti e quasi sempre sproporzio– nati. Gli agostiniani con ben nove conventi non erano che 23. I ,conventuali erano 14 dispersi in 5 conventi. Dodici cistercensi oc– cupavano tre grossi monasteri. Nella stragrande maggioranza i · religiosi erano forestieri confluiti dagli stati limitrofi a godere -0.ei beni che il mecenatismo ecclesiastico farnesiano, le immunita e i privilegi papali avevano accresciuto a dismisura. Nei conven- 22 Cosl si esprime nell'aprile del 1769 ringraziando il ministro che g!i pro– :fondeva elogi per un ben steso Iibello di consulta: Je me flatte qu!il remplira le seul objet, que 'je me suis proposé, qui est l'utilité publique. Turchi al Du Tillot, :3 aprile 1769. ASP, Cart.borb. 959. Cf. App. I, doc. 7. 23 Lettera sopracitata del 3 aprile 1769. 24 Spesso questi scritti nón furono consegnati o conservati negli autografi, ma in copia, cio che rende difficile l'attribuzione. La collaborazione del Turchi e ])ero attestata dalle frequenti allusioni di consulte inviate da! frate al ministro ,0 da questi richieste. Cosl ne! giugno del 1768: «... Ho levate le due righe sublineate ,dal Sigr. Ministro, che io avea poste per accomodarmi al. costume, benché m'accor– gessi che sapevano un po' di cocolla. Ho pure mutata la parola fortuna ... ». T.urchi a N.N., s.d. [giugno 1768]. MBE, Mss.Campori, 12. II 5 febbr, 1769, pochi giorni innanzi la pubblicazione del proclama antifratesco il frate rimanda al Du Tillot le carte di una nota con su 1 ta (ASP, Cart.borb. 958); iI 3 aprile 1769 alle ·nuove sollecitazioni del ministro, il P. Adeodato risponde « ... Votre amitié pourtant, -et l'envie de seconder de vues, qui sont dignes de votre" génie, me donnent des -nouvelles forces pour entreprendre quelque .autre chose, qui ne sera peut-itre pas ·moins utile... » (ASP, Cart.borb. 959), e cosl di seguito. La collaborazione fattiva -del Turchi con il Du Tillot non puo percio essere richiamata in dubbio e anche riguardo al éontenuto, come pure circa le vedute del cappuccino in materia di ri– :forma monastica, portano no.n poco lume le cose che verremo dicendo parlando del- 1'attivita da lui svolta tra i suoi religiosi. 26 In realta non· erano che 1.200, inclusi i 170 gesuiti, ma escluse le suore. ·Cf. Relazione ms. del conte Durante Duranti, gentiluomo di camera di .Cario Ema– nuele III, « sopra la corte e lo stato di Parma », f.48, .in Arch. di Stato di Torino, .corti straniere: Parma e Piacenza, n.8.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz