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100 PROVINCIALE DEI CAPPUCCINI: 1768-1771 frase sospetta, che in quei giorni ardenti di lotta erano evidente– mente anche armi di polemica e ragioni di stato, piu che un credo religioso, hanno pero importanza le intime e private esortazioni e la fattiva collaborazione prestata al Du Tillot. Dal settembre del 1768 al fallimento del ministro nel 1771, periodo che abbrac– cia esattamente gli estremi del provincialato del Turchi, tutta l'attivita di questi e infatti pregna di cooperazione con il governo. Gli impegni di predicazione quaresimale con Bergamo, Ve– nezia, Milano, Malta, Palermo vengono disdetti perché incompa– tibili con la predicazione a corte. L'intensa operosita che il pro– vinciale svolge nel frattempo tra i suoi frati per sospingerli a maggiore laboriosita, a rendersi utili alla societa, a coltivare gli studi, a tendere ad una pieta piu illuminata, a combattere la falsa morale 10 , e tutta una lotta senza quartiere ai pregiudizi frateschi, alla oziosita, alle superstizioni, che trova annidate nei conventi. Se cio non e un ripiegamento d'occasione, perché coerente con il cristianesimo illuminato predicato dal Turchi nelle principali citta d'Italia, risponde, tuttavia, essenzialmente anche allo spirito della campagna di rinnovamento morale e culturale del ducato, intrapresa dopo l'espulsione dei gesuiti11. In questa lotta il governo di Parma non poteva trovare tra i cappuccini del ducato un interprete piu fedele. I rapporti stessi tra il Turchi e il Du Tillot nella seconda meta del 1768 diventano di un'intimita sorprendente, anche per · effetto di un incidente che per poco non costo la vita al ministro. Un grave attacco di terzana attorno al 10 di settembre 1768, ridusse improvvisamente questo in fin di vita. I medici curanti, Ponticelli, Monaci, Casati, erano in grande apprensione. Il Turchi, da pochi giorni provinciale, peregrinava in visita ai conventi del– la provincia 12 • Il Paciaudi, in preda alla costernazione si era ri– volto al vescovo Pettorelli, che villeggiava a Felino sollecitandolo a imporre la colletta pro infirmo e a fare visita all'illustre am– malato. Senonché il prelato, pur trovandosi d'accordo col teatino che si dovessero fare preghiere pubbliche, non era propenso in– vece ad abbandonare Felino, per una visita che (diceva) avrebbe messo in agitazione la sua amicizia, a dura prova il suo dolare e piu ancora il suo coraggio. Lo pregava percio di liberarlo da un incontro « assai grave» e delegava il P. Adeodato a supplirlo in tutto 1 ª. 10 Nella gia citata lettera pastorale del 17 genn. 1769, cosi sembra com– pendiare il suo programma: « !Iluminarlo [ il mondo] né suoi errori, dirigerlo nelle sue dubbiezze, levar la maschera alla falsa morale, far rivivere la soda morale di Gesu Cristo, difendere la religione, regalar le coscienze, sano questi gli obbli– ghi nostri a misura degli impieghi ai quali possiamo essere destinati... ». PLACIDO DA PAVULL0, op.cit., 30. 11 In questo moto di elevazione spirituale e di riforma del costume e evidente una punta di rigorismo, diretta contro i gesuiti. Cf. BosoNI, op.cit., ff.76.91-94. 12 Turchi ad A. Cerati: Carpi, 6 sett. 1768: « ... Ora sono vago pe! mondo... », Coll.Lombardi, Colorno. 13 Pettorelli al Paciaudi: Felino, 13 sett. 1768. PBP, Lettere del Tm,chi.

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