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CONFESSORE DEL DU TILLOT 99 Leszczynska, regina di Francia, recitata nel novembre del 1768, primo discorso tenuto d'ordine del ministro dopo la nomina a predicatore di corte. L'oratore vi declama infatti con veemenza: « E quando fuggirai una volta, mostruoso figlio dell'ignoranza e della superstizione detestabile fanatismo, quando fuggirai una volta, compagne le furie divoratrici a nasconderti in quelle grotte d'Aver– no, donde uscisti per lacrimevole ventura ad appestare il bel sereno della Chiesa e del mondo? Intendetela, o fedeli: la religione di Gesu Cristo non ispira che amore, docilita e soggezione alle so– vrane potenze. Lo spirito di partito, !'entusiasmo, l'indipendenza figli son dell'errore, sono mostri della empieta... » 7 • Fin adesso poteva essere difficile giustificare dottrinalmente la mentalita portata dal Turchi nella collaborazione con lo stato circa le usurpazioni sul terreno ecclesiastico. Dopo le promozioni del 1768 e chiaro invece che l'oratore sostiene il governo dal punto di vista giurisdizionalista: lo stato ha immediatamente da Dio l'autorita su tutti i suqditi e su tutte le questioni temporali o che hanno qualche attinenza col temporale. Ma resta ancora la difficolta di decidere se queste espressioni, che principalmente sul finire del 1768 hanno risonanza sulla bocea del Turchi, si possano e debbano considerare una manifestazione genuina della coscien– za che egli ha dei compiti annessi ai nuovi uffici, o non siano piuttosto atteggiamenti polemici e opportunistici. Il Bosoni sembra credere sinceramente che questi accenti, i quali del resto solo nell'orazione funebre citata hanno una certa consistenza, debbano considerarsi semplici espressioni occasionali. Ma il Pezzana gia prima ne aveva dubitato 8 • E' certo pero che l'oratore, non si sa per quale ragione, lascio inedito questo elogio della regina di Francia, ma non vi apporto mai alcuna modifica– zione, neppure da vescovo, come non penso mai a ritoccare alcun altro suo scritto del periodo anteriore all'episcopato 9 • D'altronde, piu ancora di certe sfuriate rettoriche e piu ancora di qualche 7 Op.ined. IV, 201. - « La dottrina della pieta formi degli utili cittadini e sia la guardia del trono, pronunziando in faccia agli altari quell'eterne verita incon– cusse dell'apostolo Paolo, che i re son l'imagin d~ Dio, che la loro podesta vien dal cielo e chi a quella resiste, a Dio stesso resiste ». Ivi, 206. E anche nella pastorale indirizzata ai suoi religiosi il 17 gennaio 1769, insiste: « ... Onorate i sovrani, ri– spettate le podesta che hanno origine da Dio», in PLACIDO DA PAVULLO, op.cit., 31. 8 Il Bosoni (op.oit., ff,107-108) le dice espressioni occasionali ed innocenti, anche se criticabili. 11 Pezzana (Memorie VII, 301) piu giustamente le ritenne una conferma delle massime non favorevoli alla corte romana, sostenute da! Turchi ne! tempo in cui godeva fama di essere libero pensatore. Del resto e questo il luogo ove di solito finora hanno fatto appello gli storici per affermare che . il cappuc<lino sostenne i diritti dello •stato di fronte alla Chiesa. Cf. C. CANTU, Italia.ni illustri I, 635; A. FRANCHETTI, Storia d'ltalia dal 1789 al 1799, 23; N. R0DOLICO, Gli amici e i tempi di Scipione de' Ricci, 32. 9 Ne! Ms.parm .. 1118 della PBP, sono conservate due copie autografe di que– sta orazione. In fronte alla prima (ff.14 con numerose correzioni) si legge la nota di pugno del Turchi: Orazione funebre composta in tre giorni. - II Pezzana (cf. Memorie VII, 301) dice di avere procurato lui questi autografi alla Palatina di Parma, ma non dice da chi li acquistasse. La prima edizione e quella delle Op.ined. IV, 193-206.

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