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UNA MISSIONE DIPLOMATICA CONTRO ROMA 97 a quando l'affare di Roma stava in nube, non poteva senza rimorso accettare un titolo che credeva di non avere mai meritato. Desiderava invece essere utile al ministro, per potere poi, in caso di necessita, avere maggior coraggio nel ricorrere alla di lui pro– tezim;ie per mettersi al sicuro da ogni « ingiusta violenza ». Ra– gionando cosl il Turchi si lusingava di pensare « da onest'uomo e d'essere piu cittadino clie frate » 101 • L'accento borghese e la ragione política, qui e in tutta la fac– cenda della spedizione militare, e veramente notevole. Sui propri contrasti interiori, se ne ebbe, il cappuccino non ci ha fatto al,. cuna confidenza. Finl percio con accettare la nuova carica ono– rifica, frutto d'una missione diplomatica contro Roma. Pero non s'ingannava nel ritenere dubbia l'adesione dell'Austria all'affare che ancora doveva essere condotto in porto. II responso di Vienna, portato a . Modena da una staffetta venuta da Milano il 22 luglio, fu infatti puramente negativo e di tale risposta il Bianchi e il Du Tillot non sapranno mai conso- larsi108. · Ma frattanto era ormai passato per sempre il momento di importanza política generale della questione di Parma, che il Ga– liani scrivendo al Tanucci chiamava una « chiassata » 109 , mentre con la corte di Roma la matassa borbonica andava sempre piu in– trigandosi. Al Du Tillot, deluso nelle speranze di allargamenti territo– riali, non restava ora che approfittare della rottura con la Santa Sede per condurre a termine senza ostacoli le sue riforme eccle– siastiche. 107 Lettera autografa del Turchi ad un amico, non precisato, ma influente alla corte e che· potrebbe essere il Paciaudi, s.d. in MBE, Mss.Campori, 12. Ivi anche una minuta incompleta della stessa lettera edita da PLACIDO DA PAVULLO, A. Turcki fu giansenista?, 28. Ma il nostro polemista. usa di questa « notizia precisa che illumina sempre meglio la grandezza del Turchi », per insinuare che il cappuccino non volesse accettare l'ufficio di oratore di corte fino a quando !' a f far e di R o m a , cioe la lotta contro Roma, g!i impediva di addossarsi la predicazione ad una corte gravata da censure ecclesiastiche. Sembra invece che il Du Tillot, oltre che ricompensare il suo diplomatico della missione di Modena, eleggendolo oratore di corte intendesse metterlo al sicuro dagli attentati della Inquisizione, che poteva mettere le mani addosso al frate durante le predicazioni fuori ducato, come aveva corso pericolo nella primavera in Bologna. Turchi parla, infatti, di sic u re z za, di p ro t e z i o n e , di i n g i u s t a vi o 1 e n za . Cf. App. I, doc. 6. 108 Bianchi al Du Tillot: Modena, 22 luglio 1768. ASP, Cart.Du Tillot, 52. La corte imperiale rispose di non essere in grado di prestare soccorso alla spedi– zione e neppure di approvarla e che mentre era risoluta ne! pretendere da! pon– tefice, come capo della chiesa, tutto cio che poteva esigere in materia di giurisdi– zione, non intendeva invece cooperare ad inquietarlo come principe nei suoi stati! 11 Bianchi e sorpreso da una simile risposta, tanto piu che l'imperatrice Maria Teresa, almeno in apparenza, nelle materie giurisdizionali si spingeva al di la degli stessi stati che erano in piena rottura con Roma. 109 Galiani al Tanucci, 5 sett. 1768, in F. NICCOLINI, Lettere inedite di Ber– nardo Tanucci a Ferdinando Galiani, in Arck.Stor.Prov.Napoletane XXXII/1, 278. 7. • Adeodato Turchi

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