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IL « MONITORIO » DI PARMA: 1768 93 collaborare con il governo. Per avere un teologo ben versato nel diritto e nella storia della chiesa, il Paciaudi fece venire dalla patria del Sarpi, il Contini. Fu una battaglia di libelli, di dissertazioni, di manifesti in difesa dell'indipendenza di Parma dal dominio temporale del pa– pato, nei quali erano spesso confusi insieme diritti feudaH e diritti spirituali della chiesa. Per necessita di polemica libellisti e tratta– tisti si richiamavano disordinatamente alla autorita del Sarpi, del Giannone, di Gerson, del Fleury. Il fulmine romano, benché assai meno terribile di quello lanciato da Paolo V contra la potente Venezia, induceva pero il governo e i suoi consiglieri a valersi largamente dell'opera di Fra' Sarpi 89 • Il piccolo ducato si sforzava cosl di assumere l'atteg– giamento fiero di chi si erge a tutela dei diritti della sovranita dello stato, di fronte alla invadenza ecclesiastica, raccogliendo ovunque simpatie. Il Du Tillot, assicurato che il vecchio spauracchio della sco– munica era un metodo d'intimidazione imprudente e fuori tempo e che non meritava percio attenzione, cercava ora di coprirsi con l'unione di tutte le corti borboniche. 11 che non fu difficile. Il Monitorio era infatti suonato a Parigi, a Madrid, a Napoli come una dichiarazione di guerra. L'offesa non mirava soltanto al duca di Parma, ai suoi ministri e consiglieri, ma era destinata all'intera casa dei Borboni. Un atto di vendetta, quindi, e una rappresaglia contra quei monarchi che avevano cacciato i gesuiti. Presentata cosl la questione di Parma veniva ad interessare tutti gli stati che negli ultimi tempi avevano avuto da fare con Roma. La Francia infatti chiedeva la partecipazione alla protesta contro . il papa, anche ai governi di Sardegna, Venezia e impero. Maria Teresa si dichiarava pronta a far causa comune con le corti bor– boniche, ma la sua mediazione non venne accettata 90 • Il governo di Parma fu percio confortato con sovrabbondanza dalle manifestazioni di solidarieta. I consiglieri del Du Tillot non solo non si ritirarono, ma si strinsero piu solidali a lui, che con politica guardinga e paziente veniva preparando il bando dei gesuiti. 91 • Quattro giorni dopo il Monitorio, il 3 febbraio 1768, don Ferdinando sottoscriveva infatti segretamente il decreto di per– petua e irrevocabile espulsione della Compagnia, mentre il mi- 89 Proprio in quei giorni si finiva di stampare l'edizione piu completa del 'Sarpi: Opere, 8 vol., Helmstedt (in realta Verona) 1761-1768. Sulla analogia dei casi tra Parma e Venezia, cf. C. BOTTA, Storia d'Italia continuata da quella del Guicciar– ,dini, 8-10. Per i libelli, informazioni, scritti pro o contra Roma ne! 1768, cf. S. LOTTI– .cr - G. SITTI, Bibliografia generale per la storia parmense, 76-78. 90 Cf. A. THEINER, Histoire du pontific.at de Clément XIV I, Paris 1852, 114- 147; PASTOR, Storia dei Papi XIV/1, 928ss; BENASSI, Guglielmo Du Tillot V, 263-278. 91 I1 Du Tillot incomincio a preparare !'impresa appena conosciuto il decreto <lel 27 marzo 1767, che bandiva i gesuiti dalla Spagna, del quale fu minutamen– te informato da! ministro Grimaldi. E. CASA, Controversie, 211-238.
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